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sabato 31 luglio 2021

Per i bagni di mare - Consigli e costumi per le signore

 

PER I BAGNI DI MARE
CONSIGLI IGIENICI ALLE SIGNORE
Natura ed Arte - L'Arte e la Moda
Fascicolo 15 - 1 luglio 1893
 
Poi che oggi incominciano i bagni di mare, dove le signore trovano tanto sollazzo e tanto giovamento fisico, io non posso trattenermi dal dare alle nostre leggitrici qualche consiglio igienico.
 
Oscar Arthur Bluhm - Badervergnugen
 

Per esempio, raccomando loro di evitare per quanto è possibile di bagnarsi la testa con acqua marina, nociva assai al bulbo capillare. Abbiano perciò la precauzione d'intrecciarsi le chiome e nasconderle sotto una berretta di taffetas incatramato o di tela vulcanizzata.

Se, non ostante questa cura, per caso, elle si ammollassero, bisognerebbe subito disfare le trecce, lasciare i capelli sciolti su le spalle fintanto che sieno asciutti, poi spazzolarli forte per toglierne tutte le impurità dell'acqua marina; infine, ungerli un poco con l'olio di mandorle dolci. 
Ogni unguento, si sa, iscurisce il capello biondo; ragione per cui, una volta che sono passati parecchi giorni dopo l'unzione dell'olio di mandorle, se si vuole aver un color chiaro, il colore naturale, si faccia un bravo shampooing. In questo modo la capigliatura riprenderà la sua nitida lucentezza.

Stieno attente le mie gentili signore a non tuffarsi nell'onda prima d'essere certe che non rimane loro addosso la più lieve umidità di traspirazione. Gli è perciò che bisogna, giunte nella cabina, spogliarsi lentamente, per modo d'abituare l'epidermide all'aria, innanzi di ricevere l'impressione fredda.

Il costume, s'elle vogliono ascoltarmi, sarà sempre di lana: non soltanto perch'é più salubre, ma perché, bagnato, meno s'appiccica alle carni. Di lana, è facile toglierselo subito di dosso; perché se ho raccomandato di spogliarsi lentamente, raccomando viceversa di rivestirsi con la maggior sollecitudine. Ho visto parecchie donne e fanciulli pigliarsi dei raffreddori, de' reumi, infine qualche malanno, stando lì a gingillarsi a far teletta dopo il bagno. Ci vuole, anzi, la reazione immediata dopo la scossa ricevuta dall'acqua ghiaccia, e deve farsi una breve passeggiata al sole, con l'ombrellino aperto, s'intende.

 

Le mie lettrici, a questo punto, sorrideranno, pensando di me: O non lo sa quanto tempo ci vuole perché una signora si vesta?

Lo so; e precisamente perciò consiglio alle dame bagnanti, nell'interesse della loro salute, di mettersi meno impicci che possono quando vanno al bagno. Bisogna semplificare il vestiario.

Per esempio, abbiano un bustino leggiero di battista cucito sotto il corsetto dell'abito, e una sottana attaccata alla gonna dell'abito stesso. La cintura sia una cosa sola con la gonna. In tale guisa faranno presto a rivestirsi essendo ristretto il numero degli indumenti da indossare.

Dopo il bagno, è indicato di bere un bicchierino di buon vino; io preferisco il bordeaux al marsala, troppo alcoolico, e che, trangugiato quando si deve stare un po' di minuti al sole, può portar il mal di capo. 
Se il vestito indossato per andare al bagno è di cotone o filo leggiero, sarà meglio gettarsi sulle spalle un mantelletto di lana, uno sciallino, infine qualcosa d'accostante e di calduccio. Si evitano con queste piccole precauzioni, che, in fondo, non recano alcun fastidio, molte indisposizioncelle di cui le signore sogliono lamentarsi nelle stazioni balneari.

La durata del bagno di mare dev'esser breve. Più essa è breve, meglio uno si sente dopo. Anche il nuoto va diligentemente esercitato. Un po' di codesta ginnastica è favorevolissima alle membra: troppo no; il petto ne può soffrire, e una stanchezza generale, se non altro, ne è la conseguenza.

Vi sono persone i cui nervi non sopportano il bagno di mare, e sono molte. Allora si fanno piuttosto le docce; o anche si usa il lenzuolo bagnato, in cui s'avvolge tutto il corpo per un istante, praticando dopo il massage. 
Quello, certo, ch'è assai igienico per i temperamenti delicati e suscettibili all'irritazione, gli è il bagno d'acqua di crusca tiepido, dove si sta cinque minuti appena. Uno si sente come rinato, uscendone. Esso calma, senza affatto indebolire; è un leggiero sedativo; e l'epidermide muliebre ne riceve enormi benefizi. 
 

Poi che siamo a ciarlar di bagni, permettetemi che vi accenni a qualche modello di costume creato appunto per entrare nell'acqua.

Diciamo il vero tra di noi: le signore, che generalmente sono così leggiadre in camicia da giorno o da notte, sono, non dirò, quasi sempre ridicole, ma, certo, molto meno seducenti nel costume da bagno. Alcune donne le quali indossano per queste circostanze dei veri e propri costumi “di fantasia”, e non hanno in mente che di farsi notare e studiare, è naturale trovino una linea, se non pudica, almeno elegante per queste acconciature acquatiche; e modellano le proprie forme in maglie, si stringono il busto in una specie di giustacuore da domatrici di cavalli; si lasciano ondeggiar su le spalle la copiosa capigliatura... d'una parrucca.

La dama distinta, la vera dama, deve rifuggire da certe imitazioni. Il suo vestito da bagno sarà casto, semplice, comodo, e grazioso... quanto è possibile. Vedete, dunque, signore mie, se qualche foggia di cui v'offro il figurino potesse convenirvi ed incontrare, per fortuna il vostro gusto.

Il Costume;

berretto di jersey celeste pallido, col bordo bouillonné di lana turchina; berretto di tela incerata, traversato e orlato di un gallone di lana rossa e turchina guarnito a rosette di treccia di lana; berretto di batista azzurra con inguainatura di batista cruda; stivaletti di tela cruda e cuoio giallo; scarpine di tela con cuoio giallo e sbarrette di lana rossa; mantello di lana rigato bianco e celeste: qualche piega nel dorso gli dà ampiezza nella parte inferiore: i davanti sono diritti, con quello di sinistra drappeggiato e incrociato a destra sotto un cordone annodato: collo rovesciato: manica ampia e diritta, stretta sopra il gomito da un nodo di cordone; e, finalmente, costume di vigogna turchina: pantaloni che scendono fin sotto il ginocchio, stretti da un elastico: gonna corta pieghettata, guarnita di due stretti galloni celesti pallido: è attaccata ad una blusa abbottonata dinanzi, aperta su una camicetta inguainata di lana celeste pallido: berta montata a testina, e bordo di due galloni: manica corta composta d'un bouillonné.

So perfettamente, care amiche mie, che tutto questo non è estetico; ma col costume da bagno d'una signora ammodo l'estetica non lega. Che ci possiamo fare? Il meglio è di combinare quanto si può – meno brutto: voilà.

Fichus, berte, insomma guarnizioni che allargano le spalle al di là del verosimile: come vedete anche da questo modellino.
Il suo fichu è di taffetas cangiante, ornato di gale pieghettate a macchina di mussolino di seta, cucite sotto un falpalà di pizzo. I lembi s'incrociano dietro, alla vita, e ricadono lunghi , o pure s'annodano sur un fianco, a volontà. […] 
Marchesa di Riva
 

Natura ed Arte - Rassegna Quindicinale Illustrata Italiana e Straniera di Scienze, Lettere ed Arti.
Così scriveva la Direzione della rivista nel 1891:
"Per il titolo immaginato alla nuova rivista, abbiamo già ricevuto molti complimenti lusinghieri; ed è sembrato che per una rivista italiana, esso fosse ben trovato, e che nessun paese avesse maggiori diritti dell'Italia di illustrare la natura e l'arte. [...] Lo splendore e la varietà de' nostri paesaggi, tanto ammirati dagli stranieri e in mezzo ai quali noi passiamo, pur troppo, indifferenti, e de' nostri monumenti artistici d'ogni maniera, che si moltiplicano senza fine, e che sono frutti naturali della nostra terra benedetta, ci obbligano ad occuparcene, come della nostra maggior ricchezza nazionale, come della nostra vera e perenne originalità che si rifeconda, senza fine. 
Ora i nostri tesori naturali ed artistici sono la vera fonte viva della nostra ispirazione, come della nostra fortuna e prosperità. Intorno ad essi si dovrebbe muovere tutta la vita italiana, la vita del pensiero, come il lavoro dei nostri campi e delle nostre officine. 
Abbiamo dato una forma media, tra la inevitabile gravità del libro, e la non meno inevitabile leggerezza dei fogli volanti. [...] Vorremmo, mercè il Natura ed Arte, istruir la famiglia italiana senza tediarla, ed offrirle una lettura varia e piacevole che, di quindicina in quindicina, desse materia a rinnovare nel seno delle nostre famiglie, discorsi geniali e non troppo vani [...]"
 
 
Consigli di Lettura:
Natura ed Arte
Fascicolo 15 - 1 luglio 1893
Casa Editrice Dott. Francesco Vallardi 
Corso Magenta, 48 - Milano 

 
 
Ringrazio l'amico collezionista Mirko Valtorta, per avermi concesso la lettura cartacea di questo articolo.
 
 
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