PER I BAGNI DI MARE
CONSIGLI IGIENICI ALLE SIGNORE
Natura ed Arte - L'Arte e la Moda
Fascicolo 15 - 1 luglio 1893
Poi che oggi incominciano i bagni
di mare, dove le signore trovano tanto sollazzo e tanto giovamento
fisico, io non posso trattenermi dal dare alle nostre leggitrici
qualche consiglio igienico.
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Oscar Arthur Bluhm - Badervergnugen |
Per esempio, raccomando loro di
evitare per quanto è possibile di bagnarsi la testa con acqua
marina, nociva assai al bulbo capillare. Abbiano perciò la
precauzione d'intrecciarsi le chiome e nasconderle sotto una berretta
di taffetas incatramato o di tela vulcanizzata.
Se, non ostante questa cura, per
caso, elle si ammollassero, bisognerebbe subito disfare le trecce,
lasciare i capelli sciolti su le spalle fintanto che sieno asciutti,
poi spazzolarli forte per toglierne tutte le impurità dell'acqua
marina; infine, ungerli un poco con l'olio di mandorle dolci.
Ogni unguento, si sa, iscurisce
il capello biondo; ragione per cui, una volta che sono passati
parecchi giorni dopo l'unzione dell'olio di mandorle, se si vuole
aver un color chiaro, il colore naturale, si faccia un bravo
shampooing. In questo modo la capigliatura riprenderà la sua
nitida lucentezza.
Stieno attente le mie gentili
signore a non tuffarsi nell'onda prima d'essere certe che non rimane
loro addosso la più lieve umidità di traspirazione. Gli è perciò
che bisogna, giunte nella cabina, spogliarsi lentamente, per modo
d'abituare l'epidermide all'aria, innanzi di ricevere l'impressione
fredda.
Il costume, s'elle vogliono
ascoltarmi, sarà sempre di lana: non soltanto perch'é più salubre,
ma perché, bagnato, meno s'appiccica alle carni. Di lana, è facile
toglierselo subito di dosso; perché se ho raccomandato di spogliarsi
lentamente, raccomando viceversa di rivestirsi con la maggior
sollecitudine. Ho visto parecchie donne e fanciulli pigliarsi dei
raffreddori, de' reumi, infine qualche malanno, stando lì a
gingillarsi a far teletta dopo il bagno. Ci vuole, anzi, la reazione
immediata dopo la scossa ricevuta dall'acqua ghiaccia, e deve farsi
una breve passeggiata al sole, con l'ombrellino aperto, s'intende.
Le mie lettrici, a questo punto,
sorrideranno, pensando di me: O non lo sa quanto tempo ci vuole
perché una signora si vesta?
Lo so; e precisamente perciò
consiglio alle dame bagnanti, nell'interesse della loro salute, di
mettersi meno impicci che possono quando vanno al bagno. Bisogna
semplificare il vestiario.
Per esempio, abbiano un bustino
leggiero di battista cucito sotto il corsetto dell'abito, e una
sottana attaccata alla gonna dell'abito stesso. La cintura sia una
cosa sola con la gonna. In tale guisa faranno presto a rivestirsi
essendo ristretto il numero degli indumenti da indossare.
Dopo il bagno, è indicato di
bere un bicchierino di buon vino; io preferisco il bordeaux al
marsala, troppo alcoolico, e che, trangugiato quando si deve stare un
po' di minuti al sole, può portar il mal di capo.
Se il vestito indossato per
andare al bagno è di cotone o filo leggiero, sarà meglio gettarsi
sulle spalle un mantelletto di lana, uno sciallino, infine qualcosa
d'accostante e di calduccio. Si evitano con queste piccole
precauzioni, che, in fondo, non recano alcun fastidio, molte
indisposizioncelle di cui le signore sogliono lamentarsi nelle
stazioni balneari.
La durata del bagno di mare
dev'esser breve. Più essa è breve, meglio uno si sente dopo. Anche
il nuoto va diligentemente esercitato. Un po' di codesta ginnastica è
favorevolissima alle membra: troppo no; il petto ne può soffrire, e
una stanchezza generale, se non altro, ne è la conseguenza.
Vi sono persone i cui nervi non
sopportano il bagno di mare, e sono molte. Allora si fanno piuttosto
le docce; o anche si usa il lenzuolo bagnato, in cui s'avvolge tutto
il corpo per un istante, praticando dopo il massage.
Quello, certo, ch'è assai
igienico per i temperamenti delicati e suscettibili all'irritazione,
gli è il bagno d'acqua di crusca tiepido, dove si sta cinque minuti
appena. Uno si sente come rinato, uscendone. Esso calma, senza
affatto indebolire; è un leggiero sedativo; e l'epidermide muliebre
ne riceve enormi benefizi.
Poi che siamo a ciarlar di bagni,
permettetemi che vi accenni a qualche modello di costume creato
appunto per entrare nell'acqua.
Diciamo il vero tra di noi: le
signore, che generalmente sono così leggiadre in camicia da giorno o
da notte, sono, non dirò, quasi sempre ridicole, ma, certo, molto
meno seducenti nel costume da bagno. Alcune donne le quali indossano
per queste circostanze dei veri e propri costumi “di fantasia”, e
non hanno in mente che di farsi notare e studiare, è naturale
trovino una linea, se non pudica, almeno elegante per queste
acconciature acquatiche; e modellano le proprie forme in maglie, si
stringono il busto in una specie di giustacuore da domatrici di
cavalli; si lasciano ondeggiar su le spalle la copiosa
capigliatura... d'una parrucca.
La dama distinta, la vera dama,
deve rifuggire da certe imitazioni. Il suo vestito da bagno sarà
casto, semplice, comodo, e grazioso... quanto è possibile. Vedete,
dunque, signore mie, se qualche foggia di cui v'offro il figurino
potesse convenirvi ed incontrare, per fortuna il vostro gusto.
Il Costume;
berretto di jersey celeste
pallido, col bordo bouillonné di lana turchina; berretto di
tela incerata, traversato e orlato di un gallone di lana rossa e
turchina guarnito a rosette di treccia di lana; berretto di batista
azzurra con inguainatura di batista cruda; stivaletti di tela cruda e
cuoio giallo; scarpine di tela con cuoio giallo e sbarrette di lana
rossa; mantello di lana rigato bianco e celeste: qualche piega nel
dorso gli dà ampiezza nella parte inferiore: i davanti sono diritti,
con quello di sinistra drappeggiato e incrociato a destra sotto un
cordone annodato: collo rovesciato: manica ampia e diritta, stretta
sopra il gomito da un nodo di cordone; e, finalmente, costume di
vigogna turchina: pantaloni che scendono fin sotto il ginocchio,
stretti da un elastico: gonna corta pieghettata, guarnita di due
stretti galloni celesti pallido: è attaccata ad una blusa
abbottonata dinanzi, aperta su una camicetta inguainata di lana
celeste pallido: berta montata a testina, e bordo di due galloni:
manica corta composta d'un bouillonné.
So perfettamente, care amiche
mie, che tutto questo non è estetico; ma col costume da bagno d'una
signora ammodo l'estetica non lega. Che ci possiamo fare? Il meglio è
di combinare quanto si può – meno brutto: voilà.
Fichus, berte, insomma
guarnizioni che allargano le spalle al di là del verosimile: come
vedete anche da questo modellino.
Il suo fichu è di
taffetas cangiante, ornato di gale pieghettate a macchina di
mussolino di seta, cucite sotto un falpalà di pizzo. I lembi
s'incrociano dietro, alla vita, e ricadono lunghi , o pure s'annodano
sur un fianco, a volontà. […]
Marchesa di Riva
Natura ed Arte - Rassegna Quindicinale Illustrata Italiana e Straniera di Scienze, Lettere ed Arti.
Così scriveva la Direzione della rivista nel 1891:
"Per
il titolo immaginato alla nuova rivista, abbiamo già ricevuto molti
complimenti lusinghieri; ed è sembrato che per una rivista italiana,
esso fosse ben trovato, e che nessun paese avesse maggiori diritti
dell'Italia di illustrare la natura e l'arte. [...] Lo splendore e la
varietà de' nostri paesaggi, tanto ammirati dagli stranieri e in mezzo
ai quali noi passiamo, pur troppo, indifferenti, e de' nostri monumenti
artistici d'ogni maniera, che si moltiplicano senza fine, e che sono
frutti naturali della nostra terra benedetta, ci obbligano ad
occuparcene, come della nostra maggior ricchezza nazionale, come della
nostra vera e perenne originalità che si rifeconda, senza fine.
Ora
i nostri tesori naturali ed artistici sono la vera fonte viva della
nostra ispirazione, come della nostra fortuna e prosperità. Intorno ad
essi si dovrebbe muovere tutta la vita italiana, la vita del pensiero,
come il lavoro dei nostri campi e delle nostre officine.
Abbiamo
dato una forma media, tra la inevitabile gravità del libro, e la non
meno inevitabile leggerezza dei fogli volanti. [...] Vorremmo, mercè il
Natura ed Arte, istruir la famiglia italiana senza tediarla, ed offrirle
una lettura varia e piacevole che, di quindicina in quindicina, desse
materia a rinnovare nel seno delle nostre famiglie, discorsi geniali e
non troppo vani [...]"
Consigli di Lettura:
Natura ed Arte
Fascicolo 15 - 1 luglio 1893
Casa Editrice Dott. Francesco Vallardi
Corso Magenta, 48 - Milano
Ringrazio
l'amico collezionista Mirko Valtorta, per avermi concesso la lettura
cartacea di questo articolo.
Persone che ti consigliano libri; libri che ti consigliano persone.
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