LA PRIMAVERA
Corriere delle Dame 24 aprile 1819
Lettori, la natura rinasce intorno a voi, sotto i vostri occhi, sotto i vostri passi. I giorni, le stagioni, si precipitano, s'incalzano; la necessità spinge voi pure; convien obbedire, convien piegare il capo e seguire la corrente che ci trascina. L'abbiam seguita tra le spine, seguiamla tra i fiori.
Alle fredde ed umide notti succede il sereno e la frescura.
Alla fine d'aprile gli alberi son già vestiti come nel cuor dell'estate; l'ombra è già folta, e si presta al secreto. Il sole ha già ripresa la sua forza; aprasi l'anima vostra in faccia al suo fuoco ravvivatore. Porti seco il rigido verno, se pur rigido può dirsi un verno che abitò fra di noi senza coprirsi di nevi, porti seco ogni increscimiento, ogni rancore. Abbandoniamoci alle speranze d'un più bell'avvenire; non ci affatichiamo a distruggere le belle illusioni che offre da ogni parte Natura agli agitati nostri sensi.
Alle fredde ed umide notti succede il sereno e la frescura.
Alla fine d'aprile gli alberi son già vestiti come nel cuor dell'estate; l'ombra è già folta, e si presta al secreto. Il sole ha già ripresa la sua forza; aprasi l'anima vostra in faccia al suo fuoco ravvivatore. Porti seco il rigido verno, se pur rigido può dirsi un verno che abitò fra di noi senza coprirsi di nevi, porti seco ogni increscimiento, ogni rancore. Abbandoniamoci alle speranze d'un più bell'avvenire; non ci affatichiamo a distruggere le belle illusioni che offre da ogni parte Natura agli agitati nostri sensi.
Già formicolan di gente gli affollati passeggi; già le doppie file di sedie segnano alle nostre belle il campo de' loro trionfi. Già la natura non solo, ma l'arte ancor sfoggia di bel nuovo tutti i suoi prestigi; già ricompajon le mussole, i nankini, i percali, le sete. Le lane e le pelli già van confinate a consolare la pur rinascente tignuola.
Orti, giardini, prati, seminati, vigne, boschetti, tutto ci prodiga già, o promette di prodigarci, le sue ricchezze. Già da un mese l'olezzo de' più bei fiori ridestò il più delicato de' nostri sensi. Fra pochi giorni le frutta più deliziose ne solleticheranno gratamente un altro. E chi può ridire dovizia, l'opulenza, la profusione de' raccolti d'estate, de' prodotti d'autunno? Già da tre anni le stagioni non son più quelle; i rigori del verno, le intemperie del cielo, sembrano confinate in un altro emisfero.
Sperate, o mortali! Sta per rinascere una nuova età dell'oro.
Redeunt saturnia regna, direbbe colui che cantò del figliuol d'Anchise e della Diva. Sì. un nuovo Saturno scese tra noi a terminare il ferreo secolo da noi vissuto finora. Tutto è pace, pace vera tra' mortali che abbracciansi finalmente e riconosconsi fratelli. Non un solo brando è snudato fra le nazioni conosciute del vecchio nostro continente. Non turbiam dunque la gioja universale coll'accigliata fronte, o con ingorde querele. Abbandoniamoci alla follia, alla benevolenza, all'amore. Lungi la trista idea che tutto rinasce in natura, e l'uomo, l'uomo non torna più. Falsa asserzione di stolte menti; tutto si rinnova, ma nulla rinasce. Segnasi dunque, ancora una volta il ripeto, la corrente che ci trascina, e non si guasti per noi, per noi non si scolori una sola delle tinte soavi con cui volle abbellire natura questo istante fugace che chiamasi vita.
Il "Corriere delle Dame",
periodico settimanale, fu fondato a Milano nel 1804 da Carolina
Arienti, moglie di Giuseppe Lattanzi, celeberrimo giornalista
dell'epoca. Fu uno dei giornali femminili di più lunga durata, che venne
pubblicato - sia pure cambiando assetto editoriale, redazione e
direzione - fino al 1875. La Arienti si era già distinta per le sue idee
rivoluzionarie e progressiste in materia di diritti delle donne, e
dunque il giornale da lei concepito non poteva non risentire della sua
personalità. Il Corriere delle dame rientra nella tipologia delle prime
riviste di consumo, di intrattenimento e di moda che nacquero all'inizio
dell'Ottocento e che furono modellate sul formato delle gazzette
settecentesche. Da un sondaggio compiuto nel 1811 il Corriere contava
già circa settecento abbonati. Nel 1818 con la morte della fondatrice,
la direzione passa a Carolina Pozzolino, seconda moglie di Giuseppe
Lattanzi e l'anno successivo la rivista viene acquistata da Rocco
Lampugnano che ne affida la direzione a Angiolo Lambertini. Il nuovo
direttore continuerà sulla falsa riga impostata dalla Lattanzi,
mantenendo nella rubrica politica un linea filogovernativa, senza però
schierarsi apertamente e muovendosi sempre su campi neutrali. Sarà così
fino al 1834 quando i successori, Felice Romani prima e Antonio Piazza
dal 1835 punteranno tutto sull'informazione di moda, trasformando il
Corriere nella rivista più qualificata del settore. Sarà solo nel 1848,
con la direzione di Alessandro Lampugnani, che torneranno ad avere un
loro spazio le rubriche politico-culturali e il giornale si porrà anche
lo scopo di educare la donna a una cura di sè consapevole, dall'igiene,
all'abbigliamento alle cura di bellezza. Il "Corriere della Dame"
termina la pubblicazione nel 1875.
Lettura consigliata:
Corriere delle Dame
N° XVII. Secondo Trimestre.
Milano, 24 aprile 1819.
(138)
Dalla Stamperia di Gio. Pirotta in Santa Radegonda, n° 964
Giornale Online
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(138)
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