MILANO, I NOMI DELLE VIE
Strade e Ricordi
[...] Renzo allora si levò di seno la lettera del padre Cristoforo, e la fece vedere a quel signore, il quale lettovi: porta orientale, gliela rendette dicendo: "siete fortunato, bravo giovine; il convento che cercate è poco lontano da qui. Prendete per questa viottola a mancina: è una scorciatoia: in pochi minuti arriverete a una cantonata d'una fabbrica lunga e bassa: è il lazzaretto; costeggiate il fossato che lo circonda, e riuscirete a porta orientale. Entrate, e, dopo tre o quattrocento passi, vedrete una piazzetta con de' begli olmi: là è il convento: non potete sbagliare. Dio v'assista bravo giovine." I Promessi Sposi - Alessandro Manzoni - Capitolo XI
Per ordine dell'imperatore Giuseppe II d'Asburgo fu introdotto nel 1786 l'obbligo, per tutte le città dell'impero, di dare alle strade urbane una intitolazione ufficiale. Inizialmente la novità non implicò grandi difficoltà. Alle strade venivano attribuiti titoli derivati dalla tradizione popolare; i toponimi, riportati su targhe in ceramica o scritti direttamente sugli edifici, in riquadri bianchi, e apposti agli angoli delle vie, non facevano altro che riproporre antiche denominazioni, indicazioni di luoghi ben noti, tutt'al più con la rara aggiunta del nome di qualche casato o personaggio. Il marchese Ferdinando Cusani, "regio giudice delle srade", inviava a Vienna nel 1786 una relazione in cui erano elencate 338 vie.
Nel settembre 1860 veniva, su richiesta della giunta, incaricato il consiglio comunale di approntare studi e progetti per una riforma della nomenclatura stradale e della numerazione civica. A tale scopo fu costituita nel 1865 un'apposita commissione, che già il 12 luglio presentava le sue proposte, che prevedevano anche la riduzione a sole quattro "qualifiche" dei tracciati stradali - corso, piazza, via, vicolo - eliminando le antiche, tradizionali indicazioni quali contrada, borgo etc, nonché l'abbreviazione di alcune denominazioni ritenute troppo lunghe. Una successiva riforma fu messa in atto dopo la presentazione del Piano Regolatore Beruto.
Il secolo XX portò delle complicazioni: gli eventi storici (guerre, fascismo, Repubblica etc.), implicarono una serie infinita di trasformazioni, aggiunte, sostituzioni e revisioni.
Si propone qui, dalla A alla Z, un elenco di vie.
ANDEGARI
Il termine deriverebbe da andegavium "biancospino". Scrive Giovanni Visconti Venosta: "Il nome di questa via deriva dalla voce celtica che in italiano corrisponde al biancospino, del cui arboscello era formata una siepe che serviva di prima cerchia della città celtica di Mayland". Più realisticamente, il toponimo potrebbe derivare da un cognome longobardo (Hondegardi - Undegarii). Nel dialetto milanese suona Andeghèe che può avere il significato di antiquato, arcaico.
BAGUTTA
Si fa derivare il toponimo da un'antica famiglia Baguti o Bagutti, che ivi aveva la residenza. Si intende anche baga l'otre da vino, con il nome della via che viene da bagà, verbo dialettale che significa tracannare con soddisfatta dedizione, quasi con delizia.
Fu scritto che fin dal Mille, un'ordinanza del Comune dovette proibire d'accendere fuochi nell'interno delle case quando soffiava vento, per evitare facili e frequenti incendi. Il focolare era situato in mezzo alle camere e, a fuoco acceso, il fumo sfuggiva per qualche buco nella soffitta. Solo negli edifici costruiti con mattoni o pietre il fuoco veniva acceso accanto alle pareti, lasciando che il fumo se ne andasse o per le soffitte, o per le finestre. Furono poi fabbricati i camini; canne che si allungavano fin fuori dal tetto con fumaiolo. Si vuole questa invenzione a Milano dopo il 1300 e furono in questa via i primi camini. Camminadella è anche un termine militare significante terrapieno fortificato.
DISCIPLINI
Il tracciato segue quello delle mura romane ed è uno dei più antichi della città. Il toponimo deve la sua origine all'antica confraternita dei Disciplini della Morte, i cui adepti si riunivano in pubbliche processioni ed espiavano le loro pene flagellandosi. Vi sorgeva anche un monastero che fu soppresso nel 1786 e che diede il nome alla contrada.
ELEMOSINIERI
In una guida del 1933 si indica con il titolo di Elemosinieri "si vollero onorare i Dispensieri da papa Gregorio X a Roma nel 1274 istituiti per la gratuita distribuzione di medicinali ai poveri ed a Milano regolarizzati solo un secolo dopo per interessamento dei monaci di Sant'Ambrogio".
FALCONE
E' una delle strade più antiche della città e deve il titolo all'antico Albergo Falcone citato dal 1395 e sopravvissuto fino alla fine degli anni Venti del secolo XX, del quale alcuni resti sono incorporati in un edificio residenziale al n° civico 9. Si vuole poi che il toponimo possa derivare da una sorta di argano, il falcone, che serviva per sollevare il fieno per i cavalli da posta della locanda. In epoca medioevale dimoravano nella contrada i maggiori allevatori di falconi, astòri e sparvieri della città, sempre pronti a secondare i raffinati trastulli della nobiltà che dei fieri pennuti, faceva grande uso sia per la caccia sia per lo svago.
GORLA
Il nome della piazza, dovuto a un antico borgo dei Corpi Santi, deriverebbe dal latino gorula; il primo nucleo abitato sarebbe sorto in relazione all'esodo dei milanesi da Porta Comasina dopo la distruzione operata da Federico Barbarossa nel 1162. Il toponimo può derivare anche da una famiglia proveniente da Gorla Maggiore, stabilitasi nel XV secolo.
ILLICA (LUIGI)
Luigi Illica (1857-1916) è stato commediografo e librettista italiano. Nell'epoca post-verdiana lavorò per Puccini, Catalani, Giordano. I suoi libretti specchiano la cultura letteraria del tempo. Scrisse con Giuseppe Giacosa i libretti delle opere pucciniane di maggior prestigio: La bohème, Tosca, Madama Butterfly.
LAGHETTO
Il toponimo deriva da un piccolo specchio d'acqua derivato dal Naviglio interno e fatto scavare in questo luogo nel 1388 dalla Fabbrica del Duomo, col permesso di Gian Galeazzo Visconti, allo scopo di crearvi un porticciolo nel quale far confluire i barconi carichi dei marmi provenienti dalle cave di Candoglia e destinati all'erigendo Duomo. Il Laghetto detto anche di Santo Stefano in virtù della vicinanza alla chiesa omonima, fu interrato nel 1857. Le acque erano ritenute dannose per l'Ospedale Maggiore.
MOLINO DELLE ARMI
La via trae il nome da una grande macina di mulino che esisteva ancora intorno il 1930, e che durante tutto il periodo comunale e delle signorie servì a fabbricare e ad arrotare le armi dei milanesi. E' probabile che veniva usato anche per macinare grani per le milizie.
NIRONE
E' strada molto antica. Nello scritto del Torre del 1674 si indica la presenza di sontuosi Bagni ripartiti in delizie d'acqua durante l'epoca romana. Alcuni vogliono che il nome voglia dire Rivone, cioè eminente riva, argine di un'acqua che li ondeggiava. Il Monastero di Monache Agostiniane detto di Sant'Agnese fu eretto sulle rovine dei bagni termali. Si tratta di un modesto corso d'acqua che fin dai tempi antichi scendeva lungo il fianco della città celto-romana.
ORSO (dell')
Si indica che la famiglia milanese dell'Orso era fra le più potenti fra quelle che parteggiavano per la Motta, associazione di cittadini valvassori opposta alle prepotenze e privilegi degli aristocratici. Dopo che questa associazione ebbe riportata alla Motta, castello tra Milano e Lodi, nel 1035 una vittoria - si volle dare a questa via della città il nome dei dell'Orso in segno di onore.
PATTARI
Nell'XI secolo nacque a Milano un movimento d'opposizione, detto dei patarini o patari (da pattée, robivecchi), che si radunava per le sue funzioni specialmente in questa via. Essi combattevano contro la simonia e il matrimonio dei preti; propugnavano in generale una radicale riforma della Chiesa, appoggiati dal papato. Il movimento prese piede tanto che i patarini videro addirittura uno dei loro capi, Anselmo da Baggio, salire al soglio di Pietro, nel 1061, col nome di Alessandro II.
QUARTO CAGNINO
Viene dal nome di un antico borgo, a quattro miglia dalla città, che forse era in una tenuta del signore di Milano Bernabò Visconti e vedeva la presenza di molti canili.
RUGABELLA
Nell'antico dialetto probabilmente ruga significava "via, strada". La Rugabella era abitata quasi interamente da famiglie nobili entro case di prestigio, belle a vedersi e comode ad abitarsi, il che spiega il denominativo della contrada. Celebre è la storia che vuole che il nome le derivi dall'appellativo che Luigi XII di Francia le avrebbe dato complimentandosi con Gian Giacomo: "C'est un rue belle". La contrada è nominata già in un atto del 1291.
SCALDASOLE
Il nome deriva dal longobardo sculdascio, il reggitore di feudi, castelli e terre cui andava detto pure sculdascia. C'era probabilmente un'esattoria. S'intende anche che la via prese il nome da un'antica chiesetta, San Pietro in Scaldasole.
TERRAGGIO
Il toponimo fu attribuito nel 1865 in ricordo di tutte le strade che correvano all'interno della fossa difensiva comunale, che venivano chiamati Terraggi. Nel 1156 i consoli di Milano fecero riunire alla città i sobborghi, racchiudendoli in una cinta formata di un fossato (fossa interna), ed accumulando dalla parte interna, a foggia di bastione, il terreno estratto nello scavare il fossato.
UNIONE
Il nome giustificava nel passato il titolo alla contrada dei Nobili, essendo li collocati diversi palazzi nobiliari. La Cisalpina non poteva tollerare il nome, essendo sfacciatamente reazionario. Fu sostituito dal più toponimo democratico dell'Uguaglianza e che durò fino alla caduta del regno italico. Riprese l'antica denominazione, in maniera definitiva, nel 1848.
VELASCA
Il governatore spagnolo, don Giovanni Fernando Velasco, contestabile di Castiglia, per rendere possibili e comodi i corsi delle maschere che si facevano in via Larga e sul corso di Porta Romana, lasciò aprire nel 1598 questa via che unisce quelle due; ed in onore di lui la nuova via venne chiamata Velasca. Dopo i bombardamenti del 1943 si decise di allargare parte della via a piazza.
ZECCA VECCHIA
L'antica zecca di Milano era qui ubicata dal IX secolo e vi durò fino al 1778, quando fu trasportata in via Moscova. A partire dal 1253, Milano batte una moneta d'oro del medesimo peso (3 gr 30) e dello stesso titolo (24 carati) del Genovino e del Fiorino. E' una moneta di prestigio, resa possibile dalla vittoria su Federico II, ma è anche l'affermazione della posizione di preminenza assunta in Lombardia da Milano, che tenta al Fiorino e al Genovino di diventare l'unico mezzo di pagamento nel commercio lombardo. E' l'Ambrogino d'oro.
Lettura consigliata:
Le Strade di Milano - nomi, luoghi e curiosità dalla A alla Z
In una guida del 1933 si indica con il titolo di Elemosinieri "si vollero onorare i Dispensieri da papa Gregorio X a Roma nel 1274 istituiti per la gratuita distribuzione di medicinali ai poveri ed a Milano regolarizzati solo un secolo dopo per interessamento dei monaci di Sant'Ambrogio".
FALCONE
E' una delle strade più antiche della città e deve il titolo all'antico Albergo Falcone citato dal 1395 e sopravvissuto fino alla fine degli anni Venti del secolo XX, del quale alcuni resti sono incorporati in un edificio residenziale al n° civico 9. Si vuole poi che il toponimo possa derivare da una sorta di argano, il falcone, che serviva per sollevare il fieno per i cavalli da posta della locanda. In epoca medioevale dimoravano nella contrada i maggiori allevatori di falconi, astòri e sparvieri della città, sempre pronti a secondare i raffinati trastulli della nobiltà che dei fieri pennuti, faceva grande uso sia per la caccia sia per lo svago.
GORLA
Il nome della piazza, dovuto a un antico borgo dei Corpi Santi, deriverebbe dal latino gorula; il primo nucleo abitato sarebbe sorto in relazione all'esodo dei milanesi da Porta Comasina dopo la distruzione operata da Federico Barbarossa nel 1162. Il toponimo può derivare anche da una famiglia proveniente da Gorla Maggiore, stabilitasi nel XV secolo.
ILLICA (LUIGI)
Luigi Illica (1857-1916) è stato commediografo e librettista italiano. Nell'epoca post-verdiana lavorò per Puccini, Catalani, Giordano. I suoi libretti specchiano la cultura letteraria del tempo. Scrisse con Giuseppe Giacosa i libretti delle opere pucciniane di maggior prestigio: La bohème, Tosca, Madama Butterfly.
LAGHETTO
Il toponimo deriva da un piccolo specchio d'acqua derivato dal Naviglio interno e fatto scavare in questo luogo nel 1388 dalla Fabbrica del Duomo, col permesso di Gian Galeazzo Visconti, allo scopo di crearvi un porticciolo nel quale far confluire i barconi carichi dei marmi provenienti dalle cave di Candoglia e destinati all'erigendo Duomo. Il Laghetto detto anche di Santo Stefano in virtù della vicinanza alla chiesa omonima, fu interrato nel 1857. Le acque erano ritenute dannose per l'Ospedale Maggiore.
MOLINO DELLE ARMI
La via trae il nome da una grande macina di mulino che esisteva ancora intorno il 1930, e che durante tutto il periodo comunale e delle signorie servì a fabbricare e ad arrotare le armi dei milanesi. E' probabile che veniva usato anche per macinare grani per le milizie.
NIRONE
E' strada molto antica. Nello scritto del Torre del 1674 si indica la presenza di sontuosi Bagni ripartiti in delizie d'acqua durante l'epoca romana. Alcuni vogliono che il nome voglia dire Rivone, cioè eminente riva, argine di un'acqua che li ondeggiava. Il Monastero di Monache Agostiniane detto di Sant'Agnese fu eretto sulle rovine dei bagni termali. Si tratta di un modesto corso d'acqua che fin dai tempi antichi scendeva lungo il fianco della città celto-romana.
ORSO (dell')
Si indica che la famiglia milanese dell'Orso era fra le più potenti fra quelle che parteggiavano per la Motta, associazione di cittadini valvassori opposta alle prepotenze e privilegi degli aristocratici. Dopo che questa associazione ebbe riportata alla Motta, castello tra Milano e Lodi, nel 1035 una vittoria - si volle dare a questa via della città il nome dei dell'Orso in segno di onore.
PATTARI
Nell'XI secolo nacque a Milano un movimento d'opposizione, detto dei patarini o patari (da pattée, robivecchi), che si radunava per le sue funzioni specialmente in questa via. Essi combattevano contro la simonia e il matrimonio dei preti; propugnavano in generale una radicale riforma della Chiesa, appoggiati dal papato. Il movimento prese piede tanto che i patarini videro addirittura uno dei loro capi, Anselmo da Baggio, salire al soglio di Pietro, nel 1061, col nome di Alessandro II.
QUARTO CAGNINO
Viene dal nome di un antico borgo, a quattro miglia dalla città, che forse era in una tenuta del signore di Milano Bernabò Visconti e vedeva la presenza di molti canili.
RUGABELLA
Nell'antico dialetto probabilmente ruga significava "via, strada". La Rugabella era abitata quasi interamente da famiglie nobili entro case di prestigio, belle a vedersi e comode ad abitarsi, il che spiega il denominativo della contrada. Celebre è la storia che vuole che il nome le derivi dall'appellativo che Luigi XII di Francia le avrebbe dato complimentandosi con Gian Giacomo: "C'est un rue belle". La contrada è nominata già in un atto del 1291.
SCALDASOLE
Il nome deriva dal longobardo sculdascio, il reggitore di feudi, castelli e terre cui andava detto pure sculdascia. C'era probabilmente un'esattoria. S'intende anche che la via prese il nome da un'antica chiesetta, San Pietro in Scaldasole.
TERRAGGIO
Il toponimo fu attribuito nel 1865 in ricordo di tutte le strade che correvano all'interno della fossa difensiva comunale, che venivano chiamati Terraggi. Nel 1156 i consoli di Milano fecero riunire alla città i sobborghi, racchiudendoli in una cinta formata di un fossato (fossa interna), ed accumulando dalla parte interna, a foggia di bastione, il terreno estratto nello scavare il fossato.
UNIONE
Il nome giustificava nel passato il titolo alla contrada dei Nobili, essendo li collocati diversi palazzi nobiliari. La Cisalpina non poteva tollerare il nome, essendo sfacciatamente reazionario. Fu sostituito dal più toponimo democratico dell'Uguaglianza e che durò fino alla caduta del regno italico. Riprese l'antica denominazione, in maniera definitiva, nel 1848.
VELASCA
Il governatore spagnolo, don Giovanni Fernando Velasco, contestabile di Castiglia, per rendere possibili e comodi i corsi delle maschere che si facevano in via Larga e sul corso di Porta Romana, lasciò aprire nel 1598 questa via che unisce quelle due; ed in onore di lui la nuova via venne chiamata Velasca. Dopo i bombardamenti del 1943 si decise di allargare parte della via a piazza.
ZECCA VECCHIA
L'antica zecca di Milano era qui ubicata dal IX secolo e vi durò fino al 1778, quando fu trasportata in via Moscova. A partire dal 1253, Milano batte una moneta d'oro del medesimo peso (3 gr 30) e dello stesso titolo (24 carati) del Genovino e del Fiorino. E' una moneta di prestigio, resa possibile dalla vittoria su Federico II, ma è anche l'affermazione della posizione di preminenza assunta in Lombardia da Milano, che tenta al Fiorino e al Genovino di diventare l'unico mezzo di pagamento nel commercio lombardo. E' l'Ambrogino d'oro.
Lettura consigliata:
Le Strade di Milano - nomi, luoghi e curiosità dalla A alla Z
Francesco Ogliari, Franco Fava
Edizioni Selecta - luglio 2014 - 144pag
Leggi questo libro se sei curioso di sapere da dove derivano i nomi delle strade!
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