IL SOLENNE TRASPORTO DELLE OSSA DEI RE MAGI, A MILANO.
La Domenica del Corriere
17 gennaio 1904
Gli avanzi dei Re Magi
Secondo un'antica tradizione - la quale, come tutte le tradizioni, non si cura troppo di accordarsi con la verità storica - le ossa dei Re Magi, i tre barbuti e ben ammantati Magi che figurano in tutte le scene della natività di Gesù Cristo, ebbero sepoltura nel tempo dei tempi a Costantinopoli, ove i Magi sarebbero morti, od ivi esse sarebbero state trasportate più tardi. Sant'Elena, madre di Costantino, le avrebbe rinvenute proprio in riva al Bosforo e fatte circondare di devoto onore, finché l'imperatore avrebbe regalato le auguste reliquie a Sant'Eustorgio. Venendo da Bisanzio a Milano, questo santo, sempre secondo la tradizione, avrebbe recato seco le ossa dei Magi, che qui trovarono sepoltura nella chiesa votata appunto a Sant'Eustorgio, ove infatti vedesi un grandioso monumento sepolcrale con la scritta Sepolcrum trium Magorum. Ma allorché nel 1162 il Barbarossa distrusse Milano, l'arcivescovo cancelliere Rainaldo di Colonia, che lo accompagnava, volle per sua parte di bottino i corpi dei detti Magi, trasportandoli a Colonia. Col procedere dei secoli, i milanesi reclamarono bensì ripetutamente la restituzione, ma invano. Qualche mese fa l'arcivescovo di Milano recatosi a Colonia ottenne finalmente una parte di tali reliquie - uno stinco, un avambraccio ed una vertebra - che portò seco. Domenica scorsa tali avanzi, racchiusi dentro un'urna preziosa, di stile medievale, costrutta apposta, vennero con sontuosa processione ricondotti alla chiesa di Sant'Eustorgio, di dove, come si disse, nove secoli prima era stati involati. Il nostro disegno a colori rappresenta appunto questo trasporto.
Secondo un'antica tradizione - la quale, come tutte le tradizioni, non si cura troppo di accordarsi con la verità storica - le ossa dei Re Magi, i tre barbuti e ben ammantati Magi che figurano in tutte le scene della natività di Gesù Cristo, ebbero sepoltura nel tempo dei tempi a Costantinopoli, ove i Magi sarebbero morti, od ivi esse sarebbero state trasportate più tardi. Sant'Elena, madre di Costantino, le avrebbe rinvenute proprio in riva al Bosforo e fatte circondare di devoto onore, finché l'imperatore avrebbe regalato le auguste reliquie a Sant'Eustorgio. Venendo da Bisanzio a Milano, questo santo, sempre secondo la tradizione, avrebbe recato seco le ossa dei Magi, che qui trovarono sepoltura nella chiesa votata appunto a Sant'Eustorgio, ove infatti vedesi un grandioso monumento sepolcrale con la scritta Sepolcrum trium Magorum. Ma allorché nel 1162 il Barbarossa distrusse Milano, l'arcivescovo cancelliere Rainaldo di Colonia, che lo accompagnava, volle per sua parte di bottino i corpi dei detti Magi, trasportandoli a Colonia. Col procedere dei secoli, i milanesi reclamarono bensì ripetutamente la restituzione, ma invano. Qualche mese fa l'arcivescovo di Milano recatosi a Colonia ottenne finalmente una parte di tali reliquie - uno stinco, un avambraccio ed una vertebra - che portò seco. Domenica scorsa tali avanzi, racchiusi dentro un'urna preziosa, di stile medievale, costrutta apposta, vennero con sontuosa processione ricondotti alla chiesa di Sant'Eustorgio, di dove, come si disse, nove secoli prima era stati involati. Il nostro disegno a colori rappresenta appunto questo trasporto.
Ringrazio
l'amico collezionista Mirko Valtorta, per avermi concesso la lettura
cartacea di questo settimanale.
La Domenica del Corriere
è stato un popolare settimanale italiano fondato a Milano nel 1899 e
chiuso nel 1989. Fortemente voluto da Luigi Albertini, allora direttore
amministrativo del Corriere della Sera,apparve per la prima volta nelle
edicole l'8 gennaio 1899 come supplemento illustrato del Corriere della
Sera. Stampata in grande formato, aveva 12 pagine e veniva distribuita
gratis agli abbonati del Corriere, oppure si poteva acquistare in
edicola per 10 centesimi. Non fu concepito come periodico di
informazione, per non risultare un doppione del quotidiano. Venne
pensato come «settimanale degli italiani». Doveva scandire, come un
calendario, le loro giornate liete, le loro tragedie, i loro fatti
piccoli e grandi. La prima e ultima di copertina erano sempre disegnate.
Il Corriere si avvaleva di un giovane disegnatore, Achille Beltrame,
allora sconosciuto, a cui veniva affidato in ogni numero il compito di
rendere con la sua tavola il fatto più interessante della settimana.
Dopo la sua morte nel 1945, fu sostituito da Walter Molino che, come il
suo predecessore, firmò memorabili copertine.
Lettura consigliata
La Domenica del Corriere - 17 gennaio 1904
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