Only Italian?! Read in your language!

lunedì 13 settembre 2021

La casa dei Bambini - Scuola con metodo Maria Montessori

LA CASA DEI BAMBINI

Scuola con metodo Maria Montessori.

 Il Secolo XX

  Marzo 1910
Anno IX - N°3
 
bambini in cerchio a scuola
   
In mezzo alle case popolari che l'Umanitaria ha eretto a Milano in via Solari e nel quartiere detto delle Rottole, vennero aperti per opera della medesima Società, degli asili infantili, destinati ai soli piccini appartenenti alle famiglie che abitano in quelle case. Sotto la sorveglianza di pazienti e attente direttrici i bambini passano buona parte della giornata vicini alle loro abitazioni ed ai loro parenti.
Ma non è questa la sola originalità dei nuovi asili. I bambini non vi sono istruiti ed educati col solito metodo froebeliano, ma con quel metodo scientifico razionale che la dottoressa Maria Montessori ha applicato per prima, con meravigliosi risultati, in alcune case popolari di Roma. Quale sia questo metodo e come funzionino le Case dei Bambini, ora istituite a Milano, narra nelle seguenti pagine Cordelia, che tanti preziosi scritti ha destinato all'infanzia, e che si è data ora con grande ardore alla risoluzione dei nuovi problemi sociali che riguardano particolarmente l'elevazione intellettuale e politica della donna e l'educazione e l'assistenza dell'infanzia.
 
[…] in un tempo di progresso e redenzione sociale, in questi ultimi anni sorsero asili per l'infanzia, ospedali pei bambini, rifugi per la fanciullezza abbandonata, al punto che oggi la puericoltura occupa un posto importante nelle nostre istituzioni sociali, il benessere del bambino sta nelle menti e nei cuori di tutti […]
 
LA SCUOLA IN CASA
Era naturale che dopo aver edificato immensi quartieri popolari e dato ai lavoratori case semplici, pulite, piene d'aria e di sole, sorgesse la preoccupazione della quantità di bambini non ancora in età di frequentare la scuola, che mentre i genitori erano al lavoro, sarebbero rimasti abbandonati, esposti a mille pericoli, portando in casa il disordine, o uscendo incoscienti sulla via […]
Per evitare simili inconvenienti ecco sorgere la bella ispirazione di aggiungere ad ogni gruppo di case un quartiere dedicato ai bimbi degli inquilini, una specie di scuola in casa, dove la mamma, prima di andare al lavoro, possa affidare i propri figli ad una direttrice, che fa lo stesso ufficio dell'istitutrice delle case dei ricchi. […]. La scuola in casa, oltre ad essere di una pratica utilità, è un'opera altamente umanitaria ed educatrice per le famiglie.

IL METODO MONTESSORI
Uno dei più grandi vantaggi della casa dei bambini, è il metodo adottato nell'educazione dei suoi piccoli ospiti. E' un metodo meraviglioso, il più logico, il più razionale che si conosca: non affatica i giovani organismi, ma prepara le piccole anime alla conquista del sapere.
Lo dobbiamo alla dottoressa Montessori, che dopo aver esperimentato il metodo pedagogico-scientifico, studiato nelle opere di Itard e Seguin a beneficio dei fanciulli idioti, sorpresa vedendo come quel metodo riusciva ad elevare la personalità, […] pensò quali splendidi risultati si sarebbero ottenuti se lo stesso metodo fosse stato applicato allo sviluppo dei fanciulli normali, e col cuore d'un filantropo, colla fede d'un apostolo, si diede a diffondere la sua idea luminosa […].
 
Nelle case dei bambini, nessun premio o castigo, nessuna costrizione; si lasciano crescere in libertà secondo la loro indole o la loro inclinazione; la direttrice interviene soltanto quando minacciano di prendere delle cattive abitudini; essa fa l'ufficio di quell'agricoltore, il quale prepara il terreno affinché le giovani piante del suo giardino crescano vigorose, lasciando che si sviluppino in piena libertà, all'aria, alla luce e si cura soltanto di raddrizzare i rami che prendono una cattiva piega.
La dottoressa Montessori scrisse un libro sul metodo […], e in quelle pagine le madri potranno trovare certe norme per educare i loro figliuoli; io mi contenterò di narrare l'impressione che riportai visitando le case dei bambini, perché se ero persuasa dalla bontà del metodo, avendo letto il libro della Montessori e udita la sua parola eloquente, dopo la mia visita alla casa dei bambini, ne rimasi tanto convinta che vorrei trovare parole efficaci per trasmettere la mia convinzione nell'animo dei miei lettori.
 
bambini a scuola che studiano

VISITA ALLA CASA DEI BAMBINI

[…] La prima volta che visitai una casa di bambini era una ridente giornata di maggio e il sole baciava le mura bianche delle case popolari dell'Umanitaria in Via Solari. Centinaie di finestre dell'immenso edificio erano aperte all'aria e alla luce. I vari quartieri erano congiunti da piccole terrazze semplici e pulite, negli spaziosi cortili si aprivano le porte che conducevano alle case popolari e nella modesta semplicità di quell'ambiente spirava un'aria di benessere e di pace. […]
Salii alcuni gradini e apersi l'uscio, senza farmi annunciare. Non avevo varcato ancora la soglia della stanza, che una schiera festosa di bimbi mi venne incontro col sorriso sulle labbra, gli occhietti vivi e allegri, ben cinquanta manine si stesero per stringere la mia e mi sentii salutare da piccole voci allegre. […]
Erano i padroncini di casa che accoglievano nel modo migliore l'ospite inattesa. La direttrice stava in un angolo quasi nascosta e sorrideva alla piccola schiera. Ma ecco i piccini vanno a gara per offrirmi una sedia, poi mi vengono intorno per osservarmi: uno mi tocca il vestito, un altro ammira alcuni ciondoli che pendono dal mio orologio, altri invece si specchiano nel pomo lucente dell'ombrellino che tengo in mano. La direttrice non interviene ed io le sono riconoscente. Quei bimbi sono bene educati, hanno movimenti così discreti, che non mi danno noja, poi alla loro età è tanto naturale voler sapere, scoprire l'ignoto, volgersi alla cosa nuova come la farfalla alla luce, li trovo così carini colla loro aria di sorpresa, di piacere, di indagine dipinta in volto, ognuno ha una espressione diversa […].
 
Mentre essi mi passavano in rivista, io guardavo intorno ed osservavo la loro casa. Tutto era lindo, gaio, ordinato: piccoli armadi occupavano da un lato la parete, in buon ordine ma sparsi in mezzo alla camera seggioline e tavolini; sulle bianche pareti dei dipinti un po' primitivi in modo da esser compresi dalle menti infantili, poi alcune fotografie dei nostri capolavori, davano alla stanza una nota artistica; sugli armadietti vasi di fiori, tovagliette bianche; e da un lato la lavagna, il pianoforte e una porta aperta sopra un piccolo lembo di terra dove svolazzano colombi ed altri animali domestici.
Quando ebbi tutto osservato in giro, chiesi ai bimbi che cosa sapessero fare. Lesti come caprioli corsero ad aprire i piccoli cassettini, ne tolsero diversi oggetti e si sedettero in buon ordine presso i tavolini per mostrarmi le loro abilità. Quella stanza fu in un attimo mutata in laboratorio, ed era uno spettacolo curioso veder i piccoli lavoratori divenuti seri e silenziosi.
 
Gli esercizi delle case dei bambini sono semplici e tutti tendono ad esercitare gradatamente i sensi senza stancarli e possibilmente ad uno scopo pratico. Ecco un piccino di tre anni tutto intento ad incastrare dei cilindri di diverse grandezze in un rettangolo dove ognuno di quei pezzi deve trovare il posto assegnato; una bambina divide invece una quantità di matasse di seta per colore e unisce tutte le sfumature della medesima tinta. Un'altra tiene in mano due liste nelle quali ci sono occhielli e bottoni e cerca di unirle allacciandole; un piccino riempie delle figure geometriche disegnate sulla carta con tratti di matite a colori, oppure delle cartoline o disegni di animali, di case e di altri oggetti, e dice di dipingere.
Dopo qualche minuto, ecco tutti correre a me a mostrarmi trionfanti il lavoro compiuto. I più grandicelli, invece, mi chiamano presso i loro tavolini dove avevano schierato le lettere dell'alfabeto che tenevano divise in scatole a diverse caselle come quelle dei compositori tipografi. Anche questi pur facendo il medesimo esercizio rivelano un carattere diverso e una spiccata individualità.
Un bimbo dispone sul tavolino le lettere dell'alfabeto in modo da formare il suo nome nel desiderio di farsi conoscere da me. Un altro chiede il mio e lo scrive senza esitazione; una bambina non chiede nulla, ma scrive una frase gentile: grazie della sua visita; alcuni invece danno sfogo alla loro allegria scrivendo: viva la casa dei bambini.
Io rimasi sorpresa nel vedere come bimbi dai quattro ai cinque anni avevano potuto imparare da sé facilmente, senza sforzo, senza pressioni coi segni che avevano in mano, a formare non solo parole ma intere frasi, provando la gioja di far ogni giorno una nuova conquista, un nuovo progresso. […]
 
IL METODO D'INSEGNAMENTO
Chiesi alla direttrice in qual modo si potesse ottenere in poco tempo così splendidi risultati e mi spiegò il metodo semplice, diviso in tre tempi; se si tratta di colori, la direttrice spiega mostrando un qualunque oggetto: questo è rosso, questo è verde, questo è turchino, poi dice: dammi il rosso, dammi il verde, ecc., il terzo tempo consiste nel chiedere che colore è questo: se riescono a capir subito sono contenti come se avessero fatto una scoperta, se non riescono a comprendere, nessuno li rimprovera, e si ripete l'esercizio il giorno dopo, e o prima o poi tutti imparano senza fatica quando il loro occhio si è esercitato a distinguere e la loro mente è arrivata a discernere la diversità da un colore all'altro. Così si procede per le lettere dell'alfabeto, per i numeri; dopo imparato un esercizio, si passa ad uno nuovo, e così via di seguito; è nel riempire colla matita le figure geometriche che i bimbi imparano a maneggiare il lapis divertendosi; dopo aver preso famigliarità col tatto della forma delle lettere dell'alfabeto, che sono a rilievo, a smeriglio sopra dei cartoni, che la direttrice mette loro in mano, un bel giorno formano quasi inconsciamente le parole con una matita sulla carta o con un bastoncino sulla sabbia del giardino e saltano dalla gioja scoprendo che sanno scrivere come i grandi. 
 
scuola maria montessori

Poi ci sono gli esercizi all'aria aperta. Quando le case dei bambini hanno un piccolo pezzo di terra a loro disposizione, un bambino semina qualche pianta e si interessa tanto a vederla crescere e germogliare, che gli pare quasi che quella pianticella sia opera sua.
La direttrice cerca anche di suscitare fra i bimbi una gara di buona educazione. Così insegna loro a muoversi con grazia, a porgere con garbo un oggetto; quando entrano alla mattina per primo esercizio insegna loro a lavarsi le manine ma con metodo, senza spargere l'acqua intorno alla camera, poi si aiutano a mettersi reciprocamente il grembiule pulito e lo allacciano con facilità. […]
Mentre la direttrice mi dava queste notizie, io pensavo quale grande beneficio dalla casa dei bambini deve spargersi in tutto il quartiere popolare; quei bimbi bene educati faranno sorgere una gara di buona educazione fra i loro genitori che si studieranno d'imitarli per non essere da meno, non perdere la loro autorità. […]
 
Le famiglie adorano la direttrice che riguardano come la fata benefica della loro casa, poi apprezzano la comodità di averla sempre alla loro portata: è l'amica di tutte le mamme, la signora intelligente, educata, che occupandosi dei bambini, permette loro di andar al lavoro senza rammarico; a lei ricorrono nelle incertezze, si consigliano nei dubbi e possono parlarle dei bimbi, argomento inesauribile per le mamme affettuose. […] l'istruzione delle dirigenti è basata sull'osservazione, sullo studio della psiche dei piccoli esseri affidati alle loro cure; il loro ufficio deve essere più suggestivo che attivo, esse devono avere quell'entusiasmo che ha lo scienziato, che tutto dimentica per scoprire i segreti della natura. E nel bambino sta nascosto un piccolo mondo avvolto nel mistero; è un'anima nuova che si apre alla vita, che acquista ogni giorno nuova energia, e deve esser diretta con intelletto ed amore. […]

SPERANZE PER L'AVVENIRE
[…] E' certo che dopo la mia visita alla casa pei bambini, ho provato un grande conforto per il progresso fatto nella pedagogia infantile ed ho sentito una fede nuova sorgere nell'anima mia, pensando all'avvenire.
Una nuova speranza mi sorride e mi conforta, e non certo, perché nei secoli futuri si potrà spaziare nei cieli colle macchine volanti, né perché nuovi mondi saranno rivelati ai nostri sguardi, ma perché avremo un'umanità più educata, più civile e più equilibrata, la quale, meglio che la parità delle ricchezze e della dottrina, varrà ad unire gli uomini fra loro in un vincolo di fratellanza ed amore.

CORDELIA
Fotografie Treves
 
 
Nel 1902, l'editore Treves scende in campo con Il Secolo XX. Rivista popolare illustrata; la vecchia Illustrazione Italiana ha già il suo pubblico e all'editore è necessario un mensile popolare da usare come palestra per la propria scuderia di autori. Gerente responsabile è Elia Ghiringhelli. Il mensile affronta argomenti di cronaca, attualità e letteratura. Dal 1907 anche Il Secolo XX si aprirà sulle eleganti copertine a colori di Duilio Cambellotti, Rodolfo Paoletti, Luigi Bompard. Numerose le illustrazioni e le foto; fino al 1933, anno in cui cessarono le pubblicazioni, avrà come collaboratori più assidui tra gli illustratori Marcello Dudovich, Enrico Sacchetti e Filiberto Mateldi.

 
Scopri gli articoli di Giornali & Riviste del Passato
 
 
Persone che ti consigliano libri; libri che ti consigliano persone.
Condividere è l'arte dell'utile e del ringraziare, puoi usare i bottoni sotto.

call-to-action guidamilanomonza

 

Nessun commento:

Posta un commento