LA SATIRA A MILANO
- LO SPIRITO FOLLETTO -
1848
"La satira è l'esame di coscienza dell'intera società, è una reazione del principio del bene contro il principio del male; è, talora, la sola repressione che si possa opporre al vizio vittorioso. È un sale che impedisce la corruzione". Carlo Cattaneo
Avvertiva Camillo Cima che “il solenne ingresso della caricatura in Milano, avvene l'1 maggio 1848 colla comparsa del primo numero dello Spirito Folletto".
In tutta Italia l'esplodere della satira politica segnò il carattere epocale della svolta del 1848 nella produzione culturale, almeno quanto fu la fulminea diffusione dei giornali di carattere politico.
Col 1848 il controllo della censura divenne più tollerante, in tutti gli Stati italiani, a seguito della concessione degli statuti.
Fare storia della satira in Italia, significava fare storia della sua controparte, e cioè della censura che interveniva quotidianamente, pur con variabile sensibilità, sulla linea editoriale e sulla sostenibilità economica di un giornale satirico. La satira disegnata italiana, tra il 1848 e il 1870, fu prevalentemente moderata e moderatamente anticlericale.
Fare storia della satira in Italia, significava fare storia della sua controparte, e cioè della censura che interveniva quotidianamente, pur con variabile sensibilità, sulla linea editoriale e sulla sostenibilità economica di un giornale satirico. La satira disegnata italiana, tra il 1848 e il 1870, fu prevalentemente moderata e moderatamente anticlericale.
19 maggio 1848
Tutti i giornali italiani seguono a dimostrare come che due e due fanno sei, che l'Austria è del tutto in sfacello, che l'esito della guerra è sicuro, che Radetzky è un vecchio imbecille, e che i suoi soldati sono deboli e vili, e che saranno in poco tempo distrutti. Va benissimo! dunque i posteri leggendo tutte queste declamazioni giornalistiche, concluderanno che noi non abbiamo nessun merito di avere acquistata l'indipendenza, che abbiamo fatto una guerra da ragazzi, perché non abbiamo trovato resistenza, e che i nostri soldati hanno vinto, perché era impossibile il perdere! Oh confratelli carissimi, le vostre spampannate ci fanno ridere!
[...] Ci vuol altro, confratelli carissimi, che le vostre parlate per discacciare i tedeschi, ci vogliono dei cannoni, degli uomini, degli stenti, delle fatiche e del sangue. Invece che star seduti come fate voi, e come facciamo noi sopra d'un morbido seggiolone a bracciuoli, bisogna andare al campo e domandare a quei prodi, se è vero, che la guerra è facile e sicura, e se bastano le pagine dei giornali per acquistare la libertà dell'Italia.
Intanto l'Austria in sfacello manda in Italia nuovi armati, l'esercito distrutto occupa quasi tutte le provincie del Veneto, i soldati deboli e vili hanno saputo conservare tutte le loro fortezze, e l'imbecille Radetzky non si è lasciato ancor vincere dal prode re Carlo Alberto!
[...] Queste no, non sono spampannate, questi sono fatti belli, precisi, e storici, molto più storici dei bullettini ufficiali.
Che cosa serve di attaccar tante carte sui muri, di stampare tante inutili discussioni, di scrivere tanti proclami!
[...] Ma voi altri risponderete - e tu Folletto che cosa fai tu? ... maledetto guastamestieri, vai forse alla guerra? - Io non dico che tutti debbano andare alla guerra, anzi mi trovo quasi nel caso di dire, andate voi ch'io resto;
[...] vorrei che questa penna si adoperasse per dire la verità, per parlar chiaro, e non per scrivere tante inutili storie, tante discussioni politiche che adesso non fanno nulla. [...]
IL GIORNALE
Generato
nel clima politico di Milano dopo l'insurrezione popolare delle
famose Cinque Giornate (18-22 marzo 1848), Lo Spirito Folletto uscì
dalla tipografia Radaelli, di simpatie repubblicane, il 1° maggio
1848 con Antonio Caccianiga direttore e Antonio Greppi (1823-67)
caricaturista.
Lo
Spirito Folletto che si presentava come “diabolico, politico,
umoristico, comico, critico, satirico, pittoresco”, si pubblicava
“un giorno sì ed uno no, con una o più caricature per numero, in
litografia o in legno”, come dichiarava nella testata, al poco
popolare prezzo di una lira.
Il
giornale era illustrato da Antonio Greppi, primo vero disegnatore
socialista, vero artista del genere. Mantovano di nascita, Greppi crebbe
artisticamente a Milano, dove divenne un pioniere della litografia.
Lo
Spirito Folletto uscì per 44 numeri, ma il rientro degli Austriaci a
Milano dopo la battaglia di Custoza (25.07.1848) suggerì ai
redattori una certa cautela: “Era già stampato il numero di oggi”
- scrissero sul giornale - “quando ci pervennero le cattive notizie
dal campo. Ora noi ripugniamo dallo scherzo e per questo crediamo
opportuno sospendere per qualche giorno le pubblicazioni del
giornale”. Cessazione che fu invece definitiva, nonostante che nel
mese di agosto Radetzky esortasse uno stupefatto Radaelli a
riprendere le pubblicazioni.
Il
giornale vantò collaboratori illustri come Tebaldo Ciconi del Caffè
Pedrocchi, Antonio Ghislanzoni, che fonderà poi L'Uomo di
Pietra, e Giovanni Raiberti.
Lo
Spirito Folletto risorse con una nuova e più celebre serie soltanto
il 06 giugno 1861 per iniziativa dell'editore Edoardo Sonzogno che coinvolse due grandi caricaturisti come Vespa e
Camillo, al secolo Vespasiano Bignami e Camillo Marietti. Bignami, era nato a Cremona e dopo aver studiato
all'Accademia di Carrara a Bergamo, si era dedicato con grande
successo alla caricatura, in quel di Milano, sulla scia dei grandi di
quegli anni. Marietti invece era torinese ed approdò alla caricatura
abbandonando la professione di notaio. Fu importante caricaturista
del secolo, e collaborò come tale a varie testate e ne fondò
alcune, tra cui La Caricatura, a cui deve la sua fama.
Tra
gli altri valenti collaboratori de Lo Spirito Folletto sonzogniano
sono da ricordare Giulio Gorra, Tranquillo Cremona e Luigi
Borgomainerio, che si firmava Don Ciccio e Nemo.
Borgomainerio, comasco, fu tra i più attivi Scapigliati lombardi,
prima di diventare eccelso caricaturista per molte testate. A Lo
Spirito Folletto collaborarono inoltre i due Gonin, Francesco, il
celebre illustratore, e il figlio Guido che fu autore di
tavole eleganti e di grande pregio litografico, al punto che venivano
spesso ristampate come opere a sé stanti, ed anche Casimiro Teja e
perfino il Greppi che fu richiamato da Parigi dove ormai si era
stabilito.
Lo
Spirito Folletto che nel 1880 aveva adottato anche il colore, vantò
infine una terza serie dopo il 1882 affidata al caricaturista
fiorentino Adolfo Matarelli, quando la testata divenne
proprietà del quotidiano Il Secolo. Ma
gli anni della crisi orma incombevano, tanto che nel 1884 il giornale
cambiò invano formato e periodicità.
Lettura consigliata
LA SATIRA AL TEMPO DI MAZZINI – CARICATURE ITALIANE TRA IL 1805 E IL 1872 -AA.VV.
Domus Maziniana – Pisa
/ Museo della Satira e della Caricatura – Forte dei Marmi - Maria Pacini Fazzi
Editore
2005 – 192 pag
Ringrazio
l'amico collezionista Mirko Valtorta, per avermi concesso la lettura
cartacea di questo libro sulla storia della satira.
Scopri gli articoli di
Giornali & Riviste del Passato
Persone che ti consigliano libri; libri che ti consigliano persone.
Condividere è l'arte dell'utile e del ringraziare, puoi usare i bottoni sotto.
Condividere è l'arte dell'utile e del ringraziare, puoi usare i bottoni sotto.
Nessun commento:
Posta un commento