IL NATALE
Natura ed Arte
Fascicolo 2 - 15 Dicembre 1891
[...]
La festa che si fa in ogni famiglia, in un giorno dell'anno, intorno all'Albero, intorno al Ceppo, intorno alla Capannuccia, intorno al Presepio... Il Natale. Chiamatelo, come volete, Sole che rinasce, Dio che si fa uomo per redimere il mondo dal peccato, figlio che, secondo il concetto degli Indiani, libera i padri dalle pene infernali e dal pericolo d'un nuovo nascimento, fuoco domestico che si rinnova.
Questo fantasma luminoso che si chiama il Natale, risveglia, d'anno in anno, ogni cuore alla gioia,
invita alla pace, al perdono delle offese, alla concordia; fa ritrovare
gli amici, richiama nel seno delle famiglie e i figliuoli prodighi e
forma l'eterna delizia dei bambini.
Il Natale è la gioia, perché il Natale è la vita, perché la vita è la speranza. Esso non segna tanto la morte dell'anno invecchiato che se ne va, quanto l'arrivo dell'anno nuovo che sorge. Seppellisce il passato doloroso; ma apre le porte rosee a tutti i sogni ridenti che aleggiano intorno al capezzale della credula infanzia, la quale vede il buon Gesù portar le chicche ai bambini buoni e negarle ai cattivi, e fiorir l'albero sacro di ogni grazie divina, intanto che il coro degli angeli canta la ninna nanna celeste al Redentore del mondo.
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Il Natale è la gioia, perché il Natale è la vita, perché la vita è la speranza. Esso non segna tanto la morte dell'anno invecchiato che se ne va, quanto l'arrivo dell'anno nuovo che sorge. Seppellisce il passato doloroso; ma apre le porte rosee a tutti i sogni ridenti che aleggiano intorno al capezzale della credula infanzia, la quale vede il buon Gesù portar le chicche ai bambini buoni e negarle ai cattivi, e fiorir l'albero sacro di ogni grazie divina, intanto che il coro degli angeli canta la ninna nanna celeste al Redentore del mondo.
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Chi
non credeva più, nel giorno di Natale, ritorna a credere. Qualunque sia
la sua fede, qualunque nome e forma essa prende, ritorna sempre un po'
di caldo intorno al cuore assiderato; si sente il bisogno di dire
ad alcuno: anch'io so amare. Solo disperato in quel giorno è l'infelice
che non può dirlo ad alcuno; chi non sente, insomma, il bisogno divino
di sperare e di sognare in due.
[...]
Sia dunque veramente benedetto questo giorno benefico.
Col Natale sentiamo rifluire un sangue nuovo nelle vene; ritorniamo noi stessi fanciulli. Amore è rappresentato dai Greci e dagli Indiani come un fanciullo che dardeggia; ma l'Amore indiano, invece di dardi pungenti, getta dall'arco suo fiori profumati, che producono l'ebbrezza. Il divino Amore de' Cristiani è più mite e più casto; il senso si è calmato, e il sentimento s'è fatto più puro; l'Amore cristiano non offende, non ferisce, non lacera più; ma abbraccia fortemente l'oggetto amato, lo penetra, lo riveste di nuova luce, lo infiamma di nuovo fuoco, lo esalta sopra sé stesso, non lo abbandona più; si riversa d'una in altra anima, si dilata, s'innalza e divampa, come ogni cosa divina, in nuove figure lucenti ed immortali.
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Sia dunque veramente benedetto questo giorno benefico.
Col Natale sentiamo rifluire un sangue nuovo nelle vene; ritorniamo noi stessi fanciulli. Amore è rappresentato dai Greci e dagli Indiani come un fanciullo che dardeggia; ma l'Amore indiano, invece di dardi pungenti, getta dall'arco suo fiori profumati, che producono l'ebbrezza. Il divino Amore de' Cristiani è più mite e più casto; il senso si è calmato, e il sentimento s'è fatto più puro; l'Amore cristiano non offende, non ferisce, non lacera più; ma abbraccia fortemente l'oggetto amato, lo penetra, lo riveste di nuova luce, lo infiamma di nuovo fuoco, lo esalta sopra sé stesso, non lo abbandona più; si riversa d'una in altra anima, si dilata, s'innalza e divampa, come ogni cosa divina, in nuove figure lucenti ed immortali.
Angelo de Goubernatis
Natura ed Arte - Rassegna Quindicinale Illustrata Italiana e Straniera di Scienze, Lettere ed Arti.
Così scriveva la Direzione della rivista nel 1891:
"Per
il titolo immaginato alla nuova rivista, abbiamo già ricevuto molti
complimenti lusinghieri; ed è sembrato che per una rivista italiana,
esso fosse ben trovato, e che nessun paese avesse maggiori diritti
dell'Italia di illustrare la natura e l'arte. [...] Lo splendore e la
varietà de' nostri paesaggi, tanto ammirati dagli stranieri e in mezzo
ai quali noi passiamo, pur troppo, indifferenti, e de' nostri monumenti
artistici d'ogni maniera, che si moltiplicano senza fine, e che sono
frutti naturali della nostra terra benedetta, ci obbligano ad
occuparcene, come della nostra maggior ricchezza nazionale, come della
nostra vera e perenne originalità che si rifeconda, senza fine.
Ora
i nostri tesori naturali ed artistici sono la vera fonte viva della
nostra ispirazione, come della nostra fortuna e prosperità. Intorno ad
essi si dovrebbe muovere tutta la vita italiana, la vita del pensiero,
come il lavoro dei nostri campi e delle nostre officine.
Abbiamo
dato una forma media, tra la inevitabile gravità del libro, e la non
meno inevitabile leggerezza dei fogli volanti. [...] Vorremmo, mercè il
Natura ed Arte, istruir la famiglia italiana senza tediarla, ed offrirle
una lettura varia e piacevole che, di quindicina in quindicina, desse
materia a rinnovare nel seno delle nostre famiglie, discorsi geniali e
non troppo vani [...]"
Consigli di Lettura:
Natura ed Arte
Fascicolo 2 - 15 dicembre 1891
Casa Editrice Dott. Francesco Vallardi
Corso Magenta, 48 - Milano
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