ROSA GENONI
L'IDEA DELLA MODA ITALIANA
Natura ed Arte - L'Arte e la Moda
Giugno 1908
Al Congresso delle Donne Italiane: Una Calda Perorazione a Pro' di una Moda Nazionale.
Nel convegno intellettuale di Roma dello scorso maggio, che segnò la misura del progresso, dell'operosità, dell'attività vigile ed illuminata a cui è giunta la donna italiana nelle opere di assistenza pubblica, nell'educazione della giovinezza, nelle lettere e nelle arti belle, una voce si levò - ricca di entusiasmo e di fede - propugnare un suo ardente sogno: quello di una moda nazionale.
Né parve frivolo il tema, come a primo aspetto avrebbe potuto venire giudicato, dopo cento discussioni ardite e severe.
Poiché se è sciocca occupazione in una donna il pensare unicamente al proprio abbigliamento, trascurando la cultura della mente e le opere buone che devono emanare da lei, è però doveroso per essa il saper rendere gradito, artistico e bello quest'involucro della sua persona che a priori ne rivela i tratti fondamentali dello spirito, le sue tendenze e les ue aspirazioni.
D'altra parte non si cerca di favorire in ogni modo il risveglio delle industrie locali italiane di pizzi, di paglie, di stoffe, di ricami?
E a cosa dovrebbero praticamente servire queste nuove attività risvegliate, se non ad abbellire la casa e l'abbigliamento della donna?
Non basta produrre elementi isolati di bellezza; occorre saperli scegliere, coordinare, adattare con un'ispirazione artistica, affinché rispondano veramente al loro scopo.
E' umiliante il pensiero che in Italia si tesse, si ricama, si ottengono i più meravigliosi pizzi... e poi si aspettano dalla Francia e dall'Inghilterra gli abiti confezionati, ricchi... delle nostre ricchezze!
Per questo Rosa Genoni, instancabile nella sua propaganda - già conosciuta a Milano per la bella vittoria riportata con la sua mostra abiti artistici all'Esposizione del 1906 - ha parlato a Roma, dove tante intelligenti dame la potevano comprendere, sulla necessità di creare e di affermare una moda italiana.
I suoi pensieri sono nobili ed elevati, le ragioni ch'ella adduce, per scuotere l'indifferenza delle nostre signore e per sottrarle al servilismo della moda d'Oltralpe, sono degne di essere accolte da tutti coloro che considerano il costume di un popolo qualcosa di più di una vanità e di una frivolezza.
"Non v'ha dubbio, ella dice, che le manifestazioni esterne della nostra personalità rivelino il carattere dell'individuo e della collettività, del singolo e della stirpe, e che nessuno possa sottrarsi alla gran legge per cui rappresentiamo il prodotto dell'ambiente e dell'eredità, accumulati attraverso i secoli.
" Ed è per ciò che rinunciare ai caratteri del proprio costume equivale a rinunciare ad una piccola parte della propria psiche, ed alle caratteristiche della propria gente; significa in questo lasciarsi sottomettere ed assorbire, perché sono sempre i deboli quelli cui piace assumere gli atteggiamenti dei forti".
E a ragione soggiunge:
"Il figurino cosmopolita bandito da Parigi, che rende spesso l'Italiana una bambola, la moda inglese che la dissecca e l'irrigidisce, quella tedesca che l'infagotta, non sono per nulla adatti alla nostra indole etnica e storica, alle nostre tradizioni d'arte, al nostro tipo fisico, ed alla rinnovellata vita nazionale".
Non possediamo noi tutti gli elementi necessari per creare un nuovissimo stile, che si ispiri alle nostre glorie artistiche passate e vi aggiunga l'osservazione e l'imitazione diretta della natura?
Noi sappiamo che le principesse italiane furono in altri tempi maestre di eleganza e di buon gusto al mondo civile?
Negli splendi giorni del Rinascimento, non solamente l'arte dell'orafo, dell'incisore e del fabbro, e i lavori di ricamo, di merletto, di vetro raggiunsero bellezze rare, ma ancora l'arte dell'abbigliamento si delineò in linee pure, e si affermò così regalmente da venire adottata anche in Francia alla Corte di Francesco I.
Ebbene si compia di nuovo l'avvenimento di una moda nazionale, ora che tutte le industrie complementari ed accessorie dell'arte del vestito fioriscono vigorosamente.
Con una moda italiana le nostre industrie saranno più rimuneratrici, le scuole professionali di sartoria avranno una pratica applicazione, ed il nostro orgoglio nazionale e le nostre tendenze artistiche potranno ottenere quella soddisfazione e quel trionfo che meritano.
Innumerevoli sono le fonti a cui può attingere la sarta artista per creare modelli nostri, senza curarsi del figurino di Parigi.
Non soltanto dai capolavori del pennello e dello scalpello può trarre i motivi e le linee di un vestito femminile adatto alle esigenze moderne (Rosa Genoni ne presentò una fioritura alla Mostra di Milano del 1906, che fu la prima rivelazione della sua idea) ma dai costumi popolari antichi e moderni può attingere ispirazioni copiose.
Ogni regione d'Italia può offrire il suo tributo.
I costumi sardi ed abruzzesi possiedono gli elementi degli abiti sportivi.
Il costume calabrese delle fanciulle di Caraffa può essere trasformato in un vestito da visita elegantissimo, dalla sottana ampia e rotonda in velluto bleu e dal giacchettino in ermellino, framezzato da grandi smerli in velluto bianco ricamati a grosse fettucce.
Le donne dell'isola d'Ischia portano un corpetto a basca di stoffa a larghe righe che può dare un bellissimo modello tailleur.
Le Valtellinesi portano sottane nere dalle fitte pieghettature e boleri dalle ampie maniche che potrebbero con lievi ritocchi venir indossati da una dama.
E le Valdostane della vallata di Gressoney offrono un motivo simpatico di abito di gala con la loro gonna rosso-fiamma e la corazza di velluto nero, da cui esce la candida camicietta in mussola bianca o in trina.
Chi non ricorda il bell'esempio dato dalla regina Margherita, negli anni che la videro quale fata dei monti, indossante il caratteristico costume della vallata?
Abbondantissime poi si offrono le ispirazioni artistiche che procedono direttamente dalla natura, ispirazioni che fiorirono già in tutti i campi dell'arte decorativa moderna, dai mobili alle ceramiche, dai vetri agli arazzi ed alle stoffe, e che ora possono suggerire le linee fondamentali di un abito oppure semplicemente i suoi particolari decorativi, come pizzi, ricami, applicazioni.
Un altro dato importantissimo dovrà essere ricordato, in un'arte nostra che avrà il vanto della personalità, ed è l'adattamento pratico di un abito all'individualità fisica e psichica di chi lo deve portare.
Insulsa è la legge di una moda che impone a tutti la medesima foggia, poiché una veste che si adatta magnificamente ad una signora può diventare ridicola indossata da un'altra.
Linee e colori, stoffe ed ornamenti dovranno armonizzare con la tinta dei capelli, della carnagione, e adattarsi alla figura rigida o flessuosa, esile o matronale, correggendone le asprezze o secondandone l'intima bellezza.
Per questo nella giovane sarta dovrà essere coltivato un vero senso d'arte e di buon gusto estetico, accoppiato ad una cultura artistica generale.
A questo punto mi par che ognuna delle mie lettrici sia così convinta della bontà indiscutibile e della bellezza dell'idea di Rosa Genoni che sarebbe disposta a far eco all'applauso che salutò a Roma il termine della sua relazione.
Se non che... l'applauso non basta! In questo campo occorre operare.
Ben lo comprese la principessa Letizia - che col naturale ingegno e colla moderna attività accompagna il progresso dei tempi - richiedendo subito alla Genoni schizzi ed idee per la confezione di modelli italiani.
Nobile e coraggiosa iniziativa, che dimostra come sia possibile e facile il sorgere in Italia di associazioni fra dame, istituti, artisti ed artefici per la pratica attuazione nell'abbigliamento femminile.
Sappiamo bene che molti sono gli scettici, i quali, pur ammirando la bellezza dell'idea, tarpano le ali ad ogni fiducia con la frase poco lusinghiera: "Andate a dire di questi giorni alle nostre signore di rinunciare alla moda di Parigi!"
Ma a ben altri errori, a ben altri pregiudizi hanno dimostrato di saper rinunciare le nostre signore!
Se l'entusiasmo e la fede che ispirano l'eletta lavoratrice milanese riusciranno (come crediamo) a far proseliti in ogni regione d'Italia, non sarà lontano il tempo in cui ci potremo gloriare di una moda nostra, la quale segnerà una nuova era nella storia del costume italiano. [...]
Lydia di Racconigi
Natura ed Arte - Rassegna Quindicinale Illustrata Italiana e Straniera di Scienze, Lettere ed Arti.
Così scriveva la Direzione della rivista nel 1891:
"Per il titolo immaginato alla nuova rivista, abbiamo già ricevuto molti complimenti lusinghieri; ed è sembrato che per una rivista italiana, esso fosse ben trovato, e che nessun paese avesse maggiori diritti dell'Italia di illustrare la natura e l'arte. [...] Lo splendore e la varietà de' nostri paesaggi, tanto ammirati dagli stranieri e in mezzo ai quali noi passiamo, pur troppo, indifferenti, e de' nostri monumenti artistici d'ogni maniera, che si moltiplicano senza fine, e che sono frutti naturali della nostra terra benedetta, ci obbligano ad occuparcene, come della nostra maggior ricchezza nazionale, come della nostra vera e perenne originalità che si rifeconda, senza fine.
Ora i nostri tesori naturali ed artistici sono la vera fonte viva della nostra ispirazione, come della nostra fortuna e prosperità. Intorno ad essi si dovrebbe muovere tutta la vita italiana, la vita del pensiero, come il lavoro dei nostri campi e delle nostre officine.
Abbiamo dato una forma media, tra la inevitabile gravità del libro, e la non meno inevitabile leggerezza dei fogli volanti. [...] Vorremmo, mercè il Natura ed Arte, istruir la famiglia italiana senza tediarla, ed offrirle una lettura varia e piacevole che, di quindicina in quindicina, desse materia a rinnovare nel seno delle nostre famiglie, discorsi geniali e non troppo vani [...]"
Consigli di Lettura:
Natura ed Arte
Giugno 1908
Casa Editrice Dott. Francesco Vallardi
Corso Magenta, 48 - Milano
Ringrazio
l'amico collezionista Mirko Valtorta, per avermi concesso la lettura
cartacea di questo articolo.
Scopri gli articoli di
Giornali & Riviste del Passato
Persone che ti consigliano libri; libri che ti consigliano persone.
Condividere è l'arte dell'utile e del ringraziare, puoi usare i bottoni sotto.
Condividere è l'arte dell'utile e del ringraziare, puoi usare i bottoni sotto.
Nessun commento:
Posta un commento