IL CIMITERO MONUMENTALE DI MILANO
Museo a cielo aperto
Il termine cimitero deriva del latino coemeterium. L'origine greca koimào indica l'eterno dormire. Il koimêtêrion è dunque il luogo del dormire. Il Cristianesimo ereditò i costumi funerari pagani con l'inumazione. Essa avveniva generalmente nei pressi delle tombe dei martiri, affinché potessero vegliare e proteggere i defunti, oltre che intercedere direttamente per la santità. In collegamento allo sviluppo delle catacombe cristiane a causa delle persecuzioni, si iniziò a creare il forte legame di vicinanza tra chiesa e cimitero. Con il passare del tempo e il termine delle persecuzioni, il territorio consacrato della chiesa si espanse e anche il cimitero composto principalmente da fosse comuni, divenne luogo d'incontro. Posizionato nei centri abitati, il cimitero divenne luogo fondamentale per lo sviluppo della vita cittadina. Posto di affari, botteghe, mercati, ricorrenze, feste, pellegrinaggi, era spazio di vita quotidiana. A causa degli alti tassi di mortalità, la morte era per tutti un evento familiare. Fu solo dal 1600 che anche presso le fosse comuni nacque il desiderio di riconoscere sepolture collettive e individuali attraverso pietre tombali e croci. Durante il periodo dell'Illuminismo, la morte divenne un solo fatto fisico. Funzionalità, igiene, decoro, portarono ad allontanare i cimiteri dai centri urbani. Condizioni migliori di vita portarono a concepire la morte non più come fatto comunitario, ma individuale. Di conseguenza il Cimitero diventava luogo in cui riconoscere lo status sociale di qualcuno. Nel 1804 l'Editto di San Cloud emesso in Francia da Napoleone, cercava di pari passo con il pensiero della società di allontanare la città dei vivi da quella dei morti. I cimiteri divenuti giardini paesaggistici, passarono dall'autorità ecclesiastica a quella comunale.
MONUMENTALE
A MILANO
Il problema delle sepolture in città fu affrontato tra il 1774 e 1785 quando si decise di costituire una serie di cimiteri al di fuori della cinta muraria. I Fopponi dei Corpi Santi rimasero attivi anche alcuni decenni dopo di quella che sarà la costruzione del Cimitero Monumentale.
Il primo progetto per la costruzione di un nuovo e grande cimitero risale al 1838, con la scelta dell'architetto Sidoli. Annullato il concorso nel 1843 con la richiesta di altri progetti, anche questi ultimi furono sospesi per il timore di inquinare le falde acquifere potabili. Spostato in un altro luogo vicino, che corrisponde all'attuale posizione, il concorso ebbe luogo dal 1860 con una nuova amministrazione comunale. Il nuovo cimitero diventava luogo-progetto estraneo ai precedenti realizzati durante la dominazione austriaca, assumendo poi sotto il profilo artistico uno stile nuovo collegato al Risorgimento. Furono presentati in totale 28 progetti e incaricati i migliori 5 artisti di realizzare altri disegni. Nel 1863 fu proclamato vincitore l'architetto Carlo Maciachini. Il progetto prevedeva fasi costruttive dilazionate nel tempo, adeguabili alle possibilità finanziarie ed esigenze pratiche del momento. L'area trasformata era di 180.000m². Sebbene non concluso architettonicamente, il cimitero fu aperto con cerimonia e benedizione il 2 novembre 1866. Nel 1870 la cinta muraria di confine con i territori circostanti furono terminati. Ampliando il progetto di Maciachini secondo le esigenze degli anni a seguire, l'area occupata raggiunse i 250.000m².
Il fronte del cimitero costituisce un'aggregazione di diverse parti architettoniche ed è testimonianza dello sviluppo dello stile eclettico. Nella corte d'ingresso si percepisce la presenza di una struttura che presenta una forma di lettera U, tipica delle ville 700tesche, con un corpo centrale caratterizzato dalla presenza del Famedio e due ali laterali composte da logge e gallerie. La differenza di materiali, gli spazi aperti e chiusi, le sagome delle diverse sepolture, conferiscono vivacità all'edificio.
I 20 campi retrostanti e il fronte sono concepiti come giardino all'italiana simmetrico e geometrico, con la presenza dei due sentieri principali che ricordano lo sviluppo di un antico villaggio romano. Le zone ad est ed a ovest sono rialzate di 1m così come le cinte perimetrali e i circondanti. L'unica parte circolare visibile è l'emiciclo appena dietro il Famedio. Anche la necropoli al centro del cimitero presenta forma ottagonale. Fondato su uno stile Bizantino-Lombardo, spicca l'alternanza di materiale tra la pietra bianca di Botticino e la pietra rosso scuro Simona. Suddivise in fasce alternate, l'effetto ricorda le facciate di chiese ed edifici di stile gotico-pisano. Altra alternanza è presente tra mattoni e granito o tra mattoni e marmi. Per essere sepolti nel Cimitero Monumentale, era ed è ancora necessario essere dotati di un elevato stato sociale ed economico, soprattutto dopo il 1895 con l'istituzione delle sepolture perpetue. Considerato museo a cielo aperto, è possibile incontrare numerose e splendide opere d'arte, oltre che ricordare chi aveva fatto grande la città. Le architetture del Cimitero mostrano un'attività artistica dalla seconda metà dell'800, dall'Eclettismo al Liberty, agli influssi della Secessione Viennese, il Razionalismo, l'Astrattismo. Gran parte degli artisti che hanno lavorato nel Cimitero avevano frequentato l'Accademia di Brera. Le sepolture potevano essere esclusiva scelta dell'artista, del committente, o nascere dal lavoro di entrambi. Era il committente che sceglieva l'artista anche in base a conoscenze e simpatie personali.
FAMEDIO
Famedio significa Tempio della Fama. Progettato inizialmente come chiesa, divenne invece un luogo- Pantheon dove ritrovare la memoria dei personaggi più di spicco del 19mo secolo e di tutta la storia della città. Inaugurato nel 1877, rialzato di 5m rispetto alle altre strutture del complesso, il Famedio mantiene una forma a croce greca con cupola ottagonale che rimarca i tiburi delle chiese lombarde di '400. Spiccano alla sommità piccole guglie, lavori scultorei a traforo, decorazioni bizantine sui capitelli. L'ingresso centrale è sormontato dalla statua bronzea della Gloria, realizzata da Ludovico Pogliaghi, che ricorda uomini e donne illustri all'interno celebrati. Le lunette che sormontano i 3 portali d'ingresso sono decorate con mosaici dello stesso artista che raffigurano da sinistra la Luce, la Storia, la Fama che rende il ricordo eterno. La solennità dello spazio interno è elevata ed è aumentata dalla decorazione blu cobalto. L'illuminazione deriva dalle finestre circolari dei rosoni e altre più piccole. Sulle pareti sono ricordati attraverso lapidi e piccoli busti i milanesi illustri, gli ospiti illustri, i benemeriti nella storia patria. L'excursus cronologico è visibile dall'alto verso il basso. Al centro è visibile la sepoltura di Alessandro Manzoni (1785-1873). Primo personaggio sepolto nel Famedio, la sua tomba venne arricchita da una nuova base bronzea di Giannino Castiglioni nel 1958, raffigurante il busto del letterato e figure allegoriche. Ancora nel Famedio è possibile trovare la sepoltura di Carlo Cattaneo; il sarcofago e busto di Luca Beltrami; il cenotafio di Verdi, opera di materia più dinamica realizzata da Emilio Quadrelli; le sepolture di Forlanini, Quasimodo, Munari. Non è da scordare la cripta con le sepolture di Hayez, Alda Merini, Giorgio Gaber e molti altri rinomati personaggi.
OSSARIO
L'Ossario è situato al centro del viale principale del cimitero. È composto da due livelli, il più basso conserva le celle più vecchie; il più alto secondo progetto originale doveva essere adibito a cappella cattolica, spostata poi sotto il Famedio negli anni '30. Rimane ora solo l'altare in forma di sarcofago aperto. Di forma quadrata, è adornato ai 4 lati da pinnacoli monumentali che sostengono la cupola ottagonale. Stilisticamente Maciachini costruì l'Ossario rispettando le decorazioni delle altre parti del cimitero, con fasce bicolori, guglie, forme lombarde. Fu completato nel 1874. Su una delle pareti esterne è ricordato, sebbene non sepolto, Carlo Mozart. Figlio del musicista Wolfang Amadeus, fu funzionario amministrativo per il governo austriaco che regnava in Milano.
TEMPIO
CREMATORIO
Situato al termine del viale centrale del cimitero, a una distanza di ca 625m dall'ingresso, il tempio crematorio da alcuni decenni non più funzionante, rappresentò una realtà nuova e progressista in Milano. L'edificio fu costruito grazie al lascito del mercante di seta Alberto Keller, al fine di promuovere la pratica della cremazione. Non subito ben accolta dal dogma cristiano, fu invece approvata dal cimitero rinforzando la civica posizione aperta alle esigenze di varie religioni. Non è da dimenticare che il cimitero è dotato alle estremità della zona d'ingresso di sezioni Acattolica ed Ebrea. Fu inaugurato nel 1876 con la cremazione dello stesso Keller (sepolto nella sezione non cattolica), deceduto nel 1874. Il forno crematorio fu visto come uno dei migliori successi scientifici in città. Milano era la prima città in Italia e una delle prime in Europa ad avere adottato la pratica della cremazione. La struttura riprende le forme di un antico tempio dorico dove erano compiuti i riti di purificazione. Opera di Maciachini e Clericetti, ha forma quadrata preceduto da un vestibolo composto da due emicicli. Le colonne del vestibolo sono alternate da urne cinerarie a forma di anfora. Il senso di solennità è molto elevato, sottolineato anche dal pavimento marmoreo e dalle diverse lapidi commemorative presenti. Avanzando nel vano oltre il vestibolo, è possibile osservare i portali in stile dei forni e i binari di movimento sul pavimento.
Monumento alle Vittime dei Campi di Concentramento – BBPR – 1945/50/55
Il monumento fu eretto per volontà dell'Associazione Nazionale Ex Deportati nel 1945. Gli architetti progettisti furono i BBPR (Banfi, Belgiojoso, Peressuti, Rogers), esponenti dell'architettura razionalista, creatori della Torre Velasca. Motivati personalmente a erigere qualcosa contro il regime, Rogers ebreo fu costretto ad emigrare nel 1943, Banfi e Belgiojoso, antifascisti vennero internati nel campo di Mauthausen. Banfi morì in tale luogo nel 1945. Il monumento fu disegnato in una settimana. Di forma cubica, fu realizzato con tubi metallici che incrociandosi formano croci greche, creando una misurazione e una proporzione perfetta. Su ogni faccia del cubo sono presenti lastre di marmo di Candoglia e granito nero di Svizzera con dedicazioni e frasi bibliche. Al centro un cubo di vetro conserva all'interno del filo spinato e una ciotola contenente una manciata di terra del campo di concentramento di Mauthausen. Nel 1961 vennero aggiunte nello spiazzo intorno al monumento 7 lapidi di serizzo con gli 847 nomi di milanesi vittime dei campi di concentramento. Compare pure Mafalda di Savoia.
Civico Mausoleo Palanti – Architetto Mario Palanti – 1928/30 sez V n°83
Nata come sepoltura dell'architetto Palanti, la tomba fu trasformata nel 1973 in Civico Mausoleo per i cittadini che non erano così tanto famosi da essere sepolti nel Famedio, ma che furono comunque molto rilevanti per la città. Di evidenti forme arcaiche, la sepoltura è composta da un sarcofago che si erge su monumentali e tozze colonne scanalate. La struttura è realizzata con cemento armato e blocchi di granito rosa di Baveno. Di stile decò, tra le colonne compaiono esemplari di anfore. La sepoltura è dotata di profonda cripta che fu usata come rifugio antiaereo durante la IIª Guerra Mondiale. Oltre all'architetto e rispettiva famiglia, sono sepolti personaggi di spicco come Giovanni D'Anzi, Walter Chiari, Franco Parenti, Franco Russoli, Fernanda Wittgens, Herman Heinstein.
Tomba Bocconi – Architetto Giuseppe Boni/Scultore Orazio Grossoni – 1901/14 – Sez I n°173
La sepoltura è una delle più larghe nel cimitero con una base quadrata di 7m per lato. Realizzata in granito di Montorfano con sculture in marmo di Carrara, la tomba si eleva attraverso 4 colonne monolitiche ad un'altezza di ca 20m. Le sculture rappresentano la Speranza, il Dolore, la Maternità, la Rassegnazione, la Religione. Tra le colonne vi è una Crocifissione con Angeli che gettano fiori. Il committente fu Ferdinando Bocconi che con suo fratello Luigi aprì nel 1865 a Milano un negozio di vestiti da uomo. Chiamato Alle Città d'Italia, divenne nel '900 la Rinascente. Ferdinando Bocconi fu anche senatore e nel 1902 fondò l'Università Commerciale Bocconi dedicandola a Luigi che morì all'età di 27 anni nella Battaglia di Adua.
Tomba Falck – Architetto Mino Fiocchi, Scultori Giannino Castiglioni e Arrigo Minerbi – 1939/42/55 – Sez I/II/III/IV
La Società Anonima Acciaierie e Ferriere Lombarde fu fondata nel 1906 da Giorgio Enrico Falck, con una fonderia in Sesto San Giovanni. La sepoltura ha la forma di obelisco a piramide tagliata di granito, alta 19m. Davanti la base dell'obelisco è presente la scultura della Pietà con Angelo Annunciante di Giannino Castiglioni. In marmo di Carrara, riprende l'arte e l'iconografia di Michelangelo. Anatomia e mollezza degli arti, sospensione. Di fronte all'ingresso della cripta è presente un altorilievo in bronzo realizzato da Arrigo Minerbi per ricordare Luisa Falck. “Manderò il mio angelo a guidarti durante il viaggio, e ti porterà al luogo da me preparato”.
La Società Anonima Acciaierie e Ferriere Lombarde fu fondata nel 1906 da Giorgio Enrico Falck, con una fonderia in Sesto San Giovanni. La sepoltura ha la forma di obelisco a piramide tagliata di granito, alta 19m. Davanti la base dell'obelisco è presente la scultura della Pietà con Angelo Annunciante di Giannino Castiglioni. In marmo di Carrara, riprende l'arte e l'iconografia di Michelangelo. Anatomia e mollezza degli arti, sospensione. Di fronte all'ingresso della cripta è presente un altorilievo in bronzo realizzato da Arrigo Minerbi per ricordare Luisa Falck. “Manderò il mio angelo a guidarti durante il viaggio, e ti porterà al luogo da me preparato”.
Tomba Campari – Scultore Giannino Castiglioni – 1935 – Terrazze Ovest AB
La sepoltura appartiene alla famiglia di Davide Campari proprietario della rinomata distilleria di liquori, fondata da suo padre Gaspare nel 1861. L'opera di Castiglioni, allievo di Butti, propone una base di porfido sulla quale si erge la composizione di un'Ultima Cena dalle proporzioni ingigantite. Il complesso fu realizzato riproducendo in chiave contemporanea l'Ultima Cena di Leonardo da Vinci. Si riconoscono Gesù al centro in piedi che spezza il pane, gli Apostoli tutti intorno a un lato del tavolo, divisi in gruppi di tre, gesti e fisionomie completamente diversi. I moti interiori sono fedelmente riproposti. Giuda rimane visibile nell'angolo destro in posizione raggomitolata e col piccolo sacchetto dei denari vicino al piede. Sulla tavolata spoglia spicca il calice di vino, forse troppo grande e rimando all'attività dei Campari.
Sepoltura Giuseppe Mengoni – Scultore Francesco Barzaghi – 1879/1881 – Circuito Ovest n°31/33
La tomba fu costruita per la morte dell'architetto Giuseppe Mengoni, famoso per aver progettato la Galleria di Milano e che morì pochi giorni prima dell'inaugurazione dell'Arco Trionfale, in circostanze ancora non chiare, cadendo da un'impalcatura. Lo scultore Barzaghi realizzò un'opera realista che rappresenta fedelmente la persona dell'architetto con gli abiti tipici del tempo. Nel 1881 fu aggiunta la statua della figlia dell'artista che morì all'età d 3 anni. Sempre trattata in piena forma realista, sembra che le statue facessero parte di un'unica composizione già progettata fin dall'origine.
Tomba Antonio Bernocchi – Architetto Alessandro Minali/Scultore Giannino Castiglioni – 1936 – Necropoli 1A
La sepoltura si trova al centro della necropoli ed è una delle più suggestive presenti. Fu commissionata alcuni mesi dopo la morte di Antonio Bernocchi, fondatore di un moderno stabilimento di cotone in Italia, senatore, personaggio di spicco in Milano che lasciò 5.000.000 di lire per la creazione del Palazzo dell'Arte di Muzio, conosciuto meglio come Triennale. Minali realizzò una colonna conica troncata in pietra d'Ossera, poggiante su una base quadrata. La colonna prosegue verso l'alto secondo un ordine a spirale. Suddivisa in diversi spazi rettangolari irregolari, è riempita con gruppi scultorei di marmo di Musso realizzati da Castiglioni, che rappresentano le scene della Via Crucis. Sculture a tutto tondo si adattano agli spazi presenti mostrando una vivace alternanza di posizioni, movimenti, spazi pieni e vuoti, effetti coloristici. All'interno della base è presente una decorazione a mosaico dorato.
Tomba Dompé di Mondarco – Architetti Giorgio Clerici di Cavenago e Stefano Lo Bianco/Scultore Nando Conti – 1959/63 – Sez 7 n°174
La sepoltura appartiene a una nota famiglia d'industria farmaceutica. È il risultato di diversi artisti che realizzarono una volta a vela di rame con pareti spezzate in pietra di ordine acuto. Esse sono decorate da una fascia di granito con Angeli Musicanti. All'interno è presente un sarcofago di epoca romana che può datare al III° sec A.C. Sono rappresentate decorazioni sinuose, la Musa Urania con un uomo seduto con un'altra musa e una donna che suona la lira.
La sepoltura appartiene a una nota famiglia d'industria farmaceutica. È il risultato di diversi artisti che realizzarono una volta a vela di rame con pareti spezzate in pietra di ordine acuto. Esse sono decorate da una fascia di granito con Angeli Musicanti. All'interno è presente un sarcofago di epoca romana che può datare al III° sec A.C. Sono rappresentate decorazioni sinuose, la Musa Urania con un uomo seduto con un'altra musa e una donna che suona la lira.
Tomba Toscanini – Scultore Leonardo Bistolfi – 1909/11 – Sez VII n° 184
La sepoltura fu costruita per la morte del figlio di Arturo Toscanini, Giorgio, che passò ad altro mondo all'età di 4 anni. L'opera fu commissionata a Leonardo Bistolfi, artista simbolista, che realizzò un'opera parallelepipeda decorata con bassorilievi di marmo di Carrara incisi sui 4 lati. Sono rappresentati la Nascita di Giorgio, i Giochi dell'Infanzia, il Dolore e sul fronte la Barca del Viaggio nell'Aldilà. Quando il bambino morì, Toscanini si trovava a New York. Anche il maestro fu sepolto nella medesima tomba. Per un breve periodo di tempo la struttura ospitò anche le spoglie di Puccini.
Tomba Besenzanica – Scultore Enrico Butti – 1912 – Sez VI n°127
La sepoltura è una delle più rinomate all'interno del Cimitero. La tematica della tomba è quella del Lavoro trattato in maniera realista-socialista. Due contadini guidano l'aratro mosso dai buoi sotto la presenza di una grande figura allegorica in pietra rossa Simona che rappresenta la natura che soffia l'alito di vita. Butti descrisse così l'opera realizzata: “Il Lavoro, nella sua forma più solenne e basilare, attraverso il quale l'uomo percepisce la sua relazione con la madre eterna di tutte le cose. L'aratore il quale lavoro rigenera la vita dalla morte, il perpetuo, l'azione di dar vita della natura che sostiene col suo respiro la perpetua fiamma di vita.”
Tomba Isabella Casati – Scultore Enrico Butti – 1890 – Sez V n° 86
Il monumento funerario che mostra una giovane sul suo letto di morte, trasportata poi in Paradiso, divenne modello per altre sepolture all'interno del Cimitero. La giovane defunta è trattata in maniera molto realista. Se non fosse per il corpo nudo e la croce sul petto, sembrerebbe solo immersa in un sonno profondo. Sullo sfondo la scena del Sogno della Morte mostra un gruppo di Angeli che scesi dal Cielo, si preparano ad accompagnarla nell'Aldilà. La scena è trattata attraverso una materia più dinamica e scapigliata.
Il monumento funerario che mostra una giovane sul suo letto di morte, trasportata poi in Paradiso, divenne modello per altre sepolture all'interno del Cimitero. La giovane defunta è trattata in maniera molto realista. Se non fosse per il corpo nudo e la croce sul petto, sembrerebbe solo immersa in un sonno profondo. Sullo sfondo la scena del Sogno della Morte mostra un gruppo di Angeli che scesi dal Cielo, si preparano ad accompagnarla nell'Aldilà. La scena è trattata attraverso una materia più dinamica e scapigliata.
Lettura Consigliata:
Il Cimitero Monumentale di Milano
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Il Monumentale di Milano
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