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martedì 5 marzo 2013

Mestèe e Laurà de Milan

MESTÈE E LAURÀ DE MILAN

Vecchi Mestieri in Città  

Milano è così cambiata tanto che questi mestieri  iniziano ad essere solo un vecchio ricordo. Qui i più famosi o che sicuramente si è, anche solo una volta, sentiti nominare.
Per una ragione pratica, i mestieri sono qui presentati in ordine alfabetico.

 
L'ANCIOATT
Ancioatt significa acciugaio, deriva dal francese anchois, acciuga. Nei tempi passati l'acciugaio se ne andava in giro con il suo carrettino carico di latte e barili d'acciughe, aringhe, gridando l'alta qualità dei suoi prodotti per cortili, strade e marcati. Oggi questa figura è ancora presente sui mercati ambulanti, solamente vende anche olive, capperi, alici, sgombri e tonno sott'olio, tenendo di ognuno poche marche.

EL BAGAT
Era il calzolaio Si usavano abitualmente anche  ciabatte di pelle, chiuse sulla punta. Pertanto il calzolaio era detto anche sciavatin.

foto brumista piazza duomo milanoEL BRUMISTA
El brumista era l'autista di carrozze adibite a trasporto pubblico - privato.
Il nome deriva dall'inglese "brougham", dal nome di lord Brougham (1778-1868), inventore di carrozze che ne lanciò la moda.
El brumista e l'american - Storiella in versi di Giovanni Barrella.
Il brumista porta in giro per Milano un turista americano e a tutto quello che gli si fa vedere l'americano risponde “ah noi in America lo facciamo meglio” oppure “da noi in America è più grande”. Quando però passa davanti al Duomo di Milano rimane sbalordito per la bellezza e chiede al brumista: “Cos'è questa meraviglia?” A quel punto il brumista risponde: “Cossa 'l voeur mai che sappia?..Son passaa stamattina e 'l gh'era nò!”


I CIAPARATT
Gli acchiappatopi! Nulla da aggiungere se non pensare che fosse un mestiere richiesto, specialmente nelle zone più rurali. E' con l'avanzare del tempo che il termine viene utilizzato per indicare una persone di poco conto.

EL FIRONATT


Era il venditore di collane di castagne cotte al forno che, ancora oggi, si può incontrare d'autunno durante fiere o sagre di paese. I fironàtt arrivavano dal Cuneese e per attirare i clienti organizzavano una piccola lotteria: estraendo tre numeri da un sacchetto si potevano vincere altre castagne.
Esistevano anche i Maronatt che dal lago Maggiore scendevano a vendere le castagne arrosto dentro imbuti di carta e i venditori di straccadent, castagne peste lessate con sale e semi di finocchio, chiamate anche caramelle degli studenti perché venivano vendute all'uscita delle scuole.
 
EL GIASEE
Prima dell'invenzione dei frigoriferi, nelle case i cibi venivano conservati grazie alle ghiacciaie, cioè dei mobiletti in legno, rivestiti all'interno con sughero e zinco. Qui andavano inseriti blocchi di ghiaccio, lunghi quasi un metro, per tenere in fresco gli alimenti. El giasee trasportava questi blocchi a domicilio su un carretto.

EL MAGNAN
riparatore di pentole milanoEra il riparatore di paioli in rame, pentole e tegami. Spesso si presentava sporco ai clienti a causa del suo lavoro. Da qui il detto “Tenc come on magnan” (Nero come uno stagnaro).
Ogni magnan loda la sua bolgia: la borsa in pelle attaccata in vita dove il magnano riponeva i minuti attrezzi. Il rame era il metallo più indicato a causa dell'ottima conducibilità termica. Soggetto a rapida usura, alcune volte i fori non potevano essere stagnati, ma richiedevano rappezzature ribattute e saldate a freddo con martello.
 
EL MOLETTA
Il moletta era l'arrotino, che un tempo girava per i paesi e le strade di Milano con una mola a pedale caricata su una carretta di legno, fermandosi ad arrotare coltelli e forbici, man mano che gli venivano affidati per “ona molada”. Spesso utilizzava una bicicletta modificata che, quando si fermava, veniva alzata su un cavalletto e con i pedali si faceva girare la mola per affilare le lame. L'arrotino soleva ripulire le lame in uno straccio che penzolava dal carretto ed era sempre sudicio e tagliuzzato.

OFFELLEE
Era il pasticciere-fornaio. Offellee è una forma contratta dal francese oeuf e lait (uova e latte). L'offella milanese, stando a una ricetta del Quattrocento, era una ciambella o pasticcino, fatto di pasta frolla cotta al forno, impastata con chiara d'uovo, uva passa, cannella, zenzero e zafferano.
“Offellee fa el tò mestee!” Il proverbio è usato per invitare una persona a non imbarcarsi in compiti al di fuori delle personali competenze per evitare figuracce.

I PICCASASS

spaccapietre milanoSpaccapietre. A colpi di mazze e picconi spaccavano pietre e rocce. Ma anche a colpi di martello e scalpello, modellavano marmi e graniti per ricavarne accessori  e particolari per l'edilizia. Il piccasass  doveva conoscere molto bene i materiali da lavorare, identificare linee di taglio e venature, l'uso degli attrezzi ed essere abile nel ricavare dal materiale lapideo disponibile, più manufatti possibili. Spaccapietre erano anche i Rizzaditt, esperti professionisti che realizzavano spesso con sassi di fiume, le massicciate stradali, la famosa Rizzada.

EL SELLEE
Si trattava di una professione artigiana molto diffusa e di grande tradizione nei territori ducali. Le produzione delle selle era quasi una vera e propria arte. Si confezionavano anche finimenti, fruste e accessori per cavalli e carrozze.


EL SPIZIEE
Era lo speziale, l'odierno farmacista, che spesso confezionava personalmente le medicine.Lo speziale studiava e utilizzava spesso ingredienti botanici per la sua produzione.

EL STRASCEE
sraccivendolo milanoEra colui che ritirava stracci o altro materiale di scarto, lasciando in cambio altri oggetti. Girava per i cortili delle case di ringhiera due volte l'anno, in primavera e in autunno, raccogliendo oggetti che le massaie non utilizzavano più. In cambio, el strascee forniva le donne di soda, lisciva o pani di sapone da bucato.
Il detto “El vusa mè un strascé” viene usato per indicare una persona che urla come un matto.

EL TRUMBÈ
Era l'idraulico, che lavorava sulle pompe a mano, dette trombe, che rifornivano d'acqua ogni cortile. Questo nome pare derivasse dalle vecchie fontane pubbliche milanesi, i cui erogatori rappresentavano delle facce con espressione simile a quella che assumono i trombettieri, nell'atto di suonare il proprio strumento.


E ancora:
Il Cadregat, Quel dei Magioster, El Gigi de la Gnaccia, El Lampadèe etc.


EL LAURÀ
A chi sa fa, ghe tocca de sgobbà.
Tocca sempre faticare a chi sa far bene il proprio mestiere. Le persone capaci provano fastidio nel vedere un lavoro fatto male e si sentono costrette ad intervenire, anche quando non sarebbe compito loro.

Tucc i mestee gh'hann la soa malizia.
Ogni mestiere ha la sua malizia. Ossia trucchi e segreti particolari per ottenere il miglior risultato. È dalla conoscenza di questi segreti che si vede la capacità professionale di una persona.

On mestee l'è on granee.
Un mestiere è un granaio. La competenza nello svolgere il proprio lavoro, è la ricchezza più grande di cui si possa disporre.

L'è on gran badee, chi se vergogna del so mestee.
Chi si vergogna del proprio lavoro è uno sprovveduto. Infatti anche il lavoro più umile, se svolto onestamente, porta onore e rispetto a chi lo pratica.


Lettura Consigliata:
I mestieri di Milano volume I e Volume II
Inventario della Memoria Ottocento - Novecento
Francesco Ogliari
Ed Selecta
2010 - 80 pag + 80 pag 

Leggi questo libro per scoprire i vecchi mestieri di Milano e come venivano chiamati in dialetto!



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2 commenti: