BRIANZA
ASSAGGIO DI STORIA
Nel
Libro II delle Storie scritte dallo storico Polibio e che trattano il
periodo tra il 264 e 146 a C., si racconta che i Celti, venuti a
contatto con gli Etruschi, li attaccarono e occuparono i loro
territori. La popolazione più importante che li costituiva erano gli
Insubri.
Dal
X al V secolo a. C. tutta l'area subalpina era stata interessata
dalle migrazioni celtiche. Fu solo a partire dal 222 a.C. che la
zona venne romanizzata.
Le
campagne briantee erano suddivise amministrativamente per civitas,
pagus e vicus, derivanti da struttura celtica. Civitas
indicava l'appartenenza tribale; il pagus era il distretto
territoriale delle civitas e il vicus una
sottodivisione del pagus. Monza era uno dei vicus agricoli
maggiormente importanti e divenne centro urbano e commerciale durante
l'epoca longobarda. Con il passare del tempo e lo sviluppo del
Cristianesimo, i pagus divennero Pievi, centri comunitari, veri e
propri organismi amministrativi nell'organizzazione ecclesiastica.
Dai
testi di Strabone, Plinio e Varrone si apprende che il territorio
lombardo era abbondante di miglio, di frutteti, di boschi di querce
che offrivano ghiande per l'alimentazione intensiva dei maiali. Il
vino era uno dei maggiori prodotti locali e le rape erano dopo il
vino e il frumento il terzo frutto della Transpadana. In Brianza i
terreni erano dati da coltivare a fittavoli che operavano una sorta
di divisione del lavoro, con un miglior sfruttamento delle capacità
produttive del suolo. In questo modo si consolidava un ceto contadino
attivo e capace che avrebbe garantito per secoli la fertilità della
terra. La Brianza era poi considerata ottimo punto d'intermezzo per
la comunicazione con l'Europa Centrale.
Dall'VIII
d.C. il territorio fu invaso dagli Ungari. Per difendesi sorsero i
primi castelli e il fenomeno dell'incastellamento ancora ben
riconoscibile in diverse zone della Brianza. Inizialmente una
semplice cinta muraria custodiva al suo interno un nucleo di modeste
abitazioni. Furono aggiunte poi le torri.
Nel
962 Ottone di Sassonia fu incoronato imperatore. L'intesa con il papa
fu formalizzata attraverso il privilegio ottoniano, secondo il quale
clero e popolo romano erano dichiarati liberi nell'elezione del papa.
A capo di molte città furono posti diversi vescovi-conti, investiti
dall'imperatore del potere statale e giudiziario. Un esempio fu
Ariberto d'Intimiano che possedeva la corte omonima presso Cantù.
Nel
1158 fu incoronato re d'Italia Federico Barbarossa. L'imperatore
rivendicò Monza che divenne sede imperiale. Qualunque atto ostile a
Monza sarebbe stato considerato un attacco allo stesso imperatore. La
città rivendicava da secoli la propria autonomia ed era sempre nodo
stradale d'importanza strategica verso le Alpi. Nel 1167 fu creata la
Lega Lombarda formata da Milano e dai Comuni lombardi, veneti ed
emiliani ad eccezione di Torino, Asti, Como, Pavia, Cremona e Monza,
con l'obiettivo di sconfiggere l'imperatore. Lo scontro finale
avvenne a Legnano il 29 maggio 1176 con la vittoria dei Milanesi. Si
affermò il Comune e Monza perse la sua autonomia. Nei secoli
successivi il territorio fu protagonista delle numerose lotte tra
fazioni guelfe (Torriani - chiesa) e ghibelline (Visconti –
imperatore). Monza divenne una continua città viscontea a partire
dal 1324 e Galeazzo Visconti ne fece costruire il castello.
Nel
1450 incominciò il potere sforzesco. Francesco Sforza confermò gli
antichi privilegi monzesi. Secondo volontà di Galeazzo Maria, nel
1470 ebbe origine l'industria serica con la promozione della
piantagione dei gelsi per l'allevamento dei bachi da seta. Rispetto a
Milano, la Brianza fu più favorevole per la manodopera a buon
mercato, condizioni lavorative migliori, maggiore disponibilità di
materia prima. Dopo la sconfitta sforzesca, la città di Monza iniziò
ad essere infeudata a famiglie vicine al potere in atto. L'importante
era riuscire a mantenere la propria autonomia e una prosperità
economica. In epoca spagnola, infeudata alla famiglia De Leyva, Monza
tornò ad essere un feudo imperiale. San Carlo Borromeo cercò di
riformare la chiesa anche in Brianza e portare rito ambrosiano a
Monza. Non ci riuscì. Oggi la
Brianza situata nella provincia di Lecco fa parte dell'arcidiocesi di
Milano e segue il rito ambrosiano, Civate è di rito romano pur
appartenendo all'arcidiocesi di Milano.
Nella
Brianza situata in Provincia di Como, i comuni del decanato di Cantù,
Mariano Comense, Asso-Canzo, fanno parte dell'arcidiocesi di Milano e
seguono il rito ambrosiano, mentre i comuni afferenti ad altri
decanati appartengono alla diocesi di Como e seguono il rito romano.
Nella
provincia di Monza e della Brianza, i comuni della Brianza ex
milanese sono di rito ambrosiano, mentre Monza, Brugherio e
Villasanta, in considerazione di peculiarità storiche, seguono il
rito romano. A Monza Parco la suddivisione tra i due riti segue il
tracciato di viale Cavriga, che unisce le due porte principali del
Parco, Porta Monza e Porta Villasanta: a nord del viale si segue il
rito ambrosiano e a sud quello romano. Nella provincia di Monza e
della Brianza anche Cornate d'Adda, Busnago e Roncello sono di rito
romano. I comuni brianzoli rimasti nella provincia di Milano fanno
parte dell'arcidiocesi di Milano e sono di rito ambrosiano tranne
quelli del decanato di Trezzo (Grezzago, Pozzo d'Adda, Trezzano Rosa,
Trezzo sull'Adda e Vaprio d'Adda) che pur facendo parte
dell'arcidiocesi di Milano, seguono il rito romano.
Durante
il '600 molte famiglie nobili milanesi acquistarono terreni agricoli
nel contando brianteo, erigendo numerose ville di delizia, utilizzate
tra l'estate e l'autunno, stagioni dei raccolti agricoli. La nuova
nobiltà sostituì i feudatari che per necessità od estinzione,
ponevano in vendita i loro beni. Un esempio concreto è la famiglia
Durini, mercanti di Como, che s'impossessò del feudo monzese.
Le
guerre tra Spagna, Francia e alleati portarono però a una grande
rovina e allo sviluppo dalla Brianza della peste del 1630.
In
epoca austriaca con le riforme teresiane e di Giuseppe II, ci fu un
progresso economico, culturale, sociale, riformando soprattutto le
precedenti e arcaiche organizzazioni statali e municipali,
l'assistenza, la scuola.
Si
riprese l'agricoltura con il grano, la gelsicoltura, la
trasformazione del filo di seta, la produzione di cotone e lino, i
pizzi di Cantù, la lavorazione del legno a Lissone.
Nel
1796 Napoleone entrò in Milano e nei territori circostanti,
dichiarando decadute le istituzioni austriache.
Nel
1802 fu costituita la Repubblica Italiana napoleonica.
Dal
1814 al 1859 le terre lombarde e venete furono governate
dall'Austria. Continuando la tradizione teresiana e di Giuseppe II,
mantenendo il giusto del sistema centralistico napoleonico, furono
create le condizioni che avrebbero portato allo sviluppo di un nuovo
progresso.
Il
17 agosto 1840 fu inaugurata la linea ferroviaria Milano-Monza. Anche
la Brianza fu in prima linea durante le lotte risorgimentali. Il 17
giugno 1859 Monza accoglieva la vittoria di Vittorio Emanuele II.
Nel
1890 entrò in funzione il Canale Villoresi, ideato dall'omonimo
progettista, con l'obiettivo di portare acqua nei campi della Brianza
dal Lambro e dal Naviglio della Martesana.
Tra
'800 e '900 i grandi centri della Brianza furono colpiti dallo
sviluppo industriale. Il settore tessile, il cappellificio, la
produzione cotoniera, il mobilificio, l'industria siderurgica
cominciarono a prendere il posto dell'agricoltura.
Nel
1892 il Partito Socialista fu fondato a Milano. Già dal 1893 una
Camera del Lavoro era in attività a Monza.
Il
29 luglio 1900 re Umberto I di Savoia fu assassinato a Monza
dall'anarchico Gaetano Bresci.
Allo
scoppio dell 1ª guerra mondiale nel 1914, con la chiusura dei
mercati esteri, il tenore di vita dei Brianzoli scese a livelli
bassissimi nonostante i miglioramenti salariali ottenuti negli anni
precedenti. Tornarono in vita mestieri antichi e contadini.
Nelle
prime elezioni del dopoguerra si affermò la realtà dei partiti di
massa socialista e popolare.
Durante
gli anni della 2ª guerra mondiale, nacquero in Brianza le guerriglie
partigiane, in seguito furono gli anni della ricostruzione e del boom
economico.
SI DICE DI BRIANZA...
SI DICE DI BRIANZA...
Le
terre sono fertili, grasse, acquose; sono costituite da campi, vigne,
selve, che offrono prodotti e redditi modici ma sicuri. Plinio
La
Brianza è il paese più delizioso di tutta Italia, per la varietà
delle sue vedute, per la placidezza dei suoi fiumi, per la
moltitudine dei suoi laghi, ed offre il rezzo dei boschi, la verdura
dei prati, il mormorio delle acque, e quella felice stravaganza che
mette la natura ne' suoi assortimenti, insomma in questo vaghissimo
paese, ovunque si porti lo sguardo, non si scorgono che paesaggi
ornati di tutte le grazie campestri, la cui contemplazione produce
quei momenti di dolce meditazione che tengono l'animo in grato
riposo. Stendhal
Tutti
i pittori milanesi da Segantini a Meloni hanno trovato ispirazione
nei colori brianzoli. Per la mia pittura la luce brianzola è stata
come un detersivo del colore che mi porto dalla Sicilia. Salvatore
Fiume
La
Brianza mi piace. Mi piace per un'infinità di cose. Intanto perché
esiste una tradizione culturale molto importante. Pensiamo per
esempio solo a Manzoni, la cui vita, oltre che le sue opere ha avuto
come teatro la Brianza. Poi occorre ricordare i musicisti, alcuni dei
quali stranieri, che hanno soggiornato qui e che qui hanno composto.
Ponchielli, Catalani, Gomez e molti altri. Infine, per la mia
ispirazione artistica, certi fatti hanno influito, anche
indirettamente, sulla mia arte. Certi tramonti, l'estate, l'inverno,
il verde, gli alberi, i laghi, il panorama delle Alpi con la visione
del Monte Rosa indubbiamente hanno contribuito alla mia pittura di
oggi. Aligi Sassu
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La nostra terra - Storia di Monza, della Brianza e dei territori limitrofi - AA VV
ll Giorno - Gruppo Bancario Credito Valtellinese - 1996 - 345 pag
Brianza - Significato, confini, fiumi
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