GIUSEPPE ARCIMBOLDO
Stagioni ed Elementi
Giuseppe Arcimboldo nacque probabilmente a Milano nel 1526, forse discendente della rinomata famiglia di ramo milanese Arcimboldi. Prozio di Giuseppe fu Gianangelo Arcimboldo che fu dal 1550 al 1555 arcivescovo di Milano. Egli contribuì moltissimo alla formazione del nipote, mettendolo in contatto con artisti, eruditi, letterati ed umanisti. Il padre Biagio era invece pittore presso il Duomo di Milano e conoscente di Bernardino Luini.
Il primo pagamento a Giuseppe Arcimboldo risulta essere datato al 1549, per la realizzazione di 4 disegni per le vetrate del Duomo di Milano.
Una delle più importanti testimonianze della carriera giovanile è ancora oggi l'affresco del transetto meridionale nel Duomo di Monza, disegnato ed eseguito con Giuseppe Meda. Il contratto tra i due artisti e la Fabbrica data al 28 maggio 1556 e gli affreschi furono completati nei primi mesi del 1559. Nel contratto dettagliato risulta che Arcimboldo e Meda erano collaboratori alla pari. L’attività milanese si concluse con il concorso per il Gonfalone di Sant’Ambrogio oggi al Castello.
Gli anni presso la corte viennese spostata a Praga di Rodolfo II, furono considerati l'apice della carriera dell'artista. Nel dicembre 1576 fu nominato "ritrattista e pittore" di corte. Alla corte imperiale Arcimboldo svolgeva però altre mansioni in diversi campi come quello dell'architettura, della scenografia, dell'ingegneria edile e dell'idraulica. Era riconosciuto anche come grande intenditore d'arte tant'è che la sua opinione risultava essere così importante da adattare il giudizio dello stesso imperatore a quello dell'artista.
All’interno delle corti europee, e quindi anche per la corte di Praga, si svilupparono collezioni denominate Wunderkammern, comprendenti prodotti artificialia e naturalia: quadri, sculture, monete, antichità, orologi, strumenti scientifici e meccanici, automi, armi, reperti; animali, piante e minerali tentando di riproporre l’intero mondo. Si preferivano pezzi che erano strani, mostruosi, fuori dalla norma; che potevano stupire, essere preziosi, raffinati o provenienti da mondi lontani nel tempo e nello spazio. Particolarmente apprezzati e ricercati erano poi gli oggetti dove arte e natura potevano fondersi: uova di struzzo, conchiglie, rami di corallo, corna di animali montati in oro, pietre preziose ecc.
I quadri delle teste di Arcimboldo erano oggetti pertinenti al mondo delle Wunderkammern non solo per essere “ghiribizzosi, e rari al mondo”, ma anche perché i soggetti naturalistici erano resi in maniera molto abile e realistica.
Nelle opere di Arcimboldo si possono ancora ricordare i pupazzi costruiti in occasione delle feste del Carnevale milanese. I fantocci, che poi venivano smembrati, erano composti da ortaggi, frutti, salumi, dolciumi, si adornavano con orecchini e collane di pesci, castagne e fichi secchi. Oltre alle feste legate a ricorrenze annuali, molte altre occasioni si presentarono nel corso degli anni per realizzare addobbi, organizzare sfilate, innalzare trionfi o imbandire banchetti. Le entrate di monarchi e regnanti, di governatori, di cardinali e arcivescovi, duchi e arciduchi, vennero sottolineate da architetture più o meno grandiose. Giochi guerreschi erano parte integrante dei passatempi offerti in occasione delle visite di ospiti particolarmente importanti, mentre in alcune speciali circostanze si organizzava solo una sfilata, con personaggi o personificazioni di stati d’animo e allegorie. Gli sposalizi di importanti cittadini erano occasione di festeggiamenti che comprendevano anche giochi guerreschi. Gli stessi banchetti erano occasione per imbandire fantasiose costruzioni.
LE TESTE DI ARCIMBOLDO
Nonostante i documenti ci facciano intendere che le opere realizzate dall'artista erano in gran numero, ciò che ci è rimasto attribuibile all'artista con certezza non è molto. È però fondamentale per intendere come l'Arcimboldo si rese famoso e promosse una nuova arte.
Nonostante i documenti ci facciano intendere che le opere realizzate dall'artista erano in gran numero, ciò che ci è rimasto attribuibile all'artista con certezza non è molto. È però fondamentale per intendere come l'Arcimboldo si rese famoso e promosse una nuova arte.
Alcune delle più famose:
- Serie Quattro Stagioni di Monaco 1555-60 (secondo nuova attestazione)
- Serie Quattro Stagioni di Vienna 1563 (ora al Kunsthistorisches Museum e Museo Real Academia di Madrid)
- Serie Quattro Elementi di Vienna 1566
- Serie Quattro Stagioni di Parigi 1573 (ora al Louvre)
- Vertunno 1590 (ora in Svezia)
- Ortolano 1590-93 (ora a Cremona)
Lo studioso Francesco Porzio ha attribuito una datazione anticipata agli anni 1555-60 alla serie delle Quattro Stagioni di Monaco di Baviera. Secondo lo studioso Arcimboldo avrebbe rifatto per la corte le teste delle Stagioni inventate a Milano, in maniera più raffinata e unendole agli Elementi creati per Massimiliano II. Si può supporre che l'Arcimboldo abbia ricevuto l’incarico di dipingere ancora le Quattro Stagioni, dato il successo della prima versione. Nella nuova versione migliorò le sue opere conferendo alle teste anche proporzioni più equilibrate e precisione anatomica. Le numerose e sottili variazioni nella serie di Vienna suggeriscono che a corte ci fosse già un modello da confrontare. La serie di Monaco potrebbe quindi essere stata inviata da Milano come dono di presentazione, oppure portata a corte dall’artista al suo arrivo a Vienna nel 1562.
INVERNO
Nell'esemplare del Louvre tutti i particolari sono stati nuovamente affinati, dando ulteriore grazia al volto effigiato. Gli agrumi occupano uno spazio più perfetto nello spazio. Questi colori e il verde dell'edera sottolineano che l'inverno non durerà per sempre. Rimane molto evidente nell'Inverno la caricatura brutta leonardesca, nonché gli intrecci di rami richiamanti le decorazioni della Sala delle Assi del Castello Sforzesco di Milano.
PRIMAVERA
Nel cappello, nel volto e nel busto quasi ogni elemento cambia forma, dimensione e posizione; dal giglio-pennacchio sul cappello all’iris e alle fragole di bosco sul seno. Ancora nell'ultima versione del Louvre alcuni particolari sono maggiormente ingentiliti. La pelle viene composta da fiori di tonalità dal bianco al rosa. Evidenti le conoscenze naturalistiche dell'artista: nella Primavera si sono contate 80 specie botaniche di fiori.
ESTATE
Nella testa di Vienna il naso-cetriolo viene ingentilito scegliendo un esemplare ricurvo. La bocca-baccello diventa un sorriso. L’orecchio-pannocchia è integro, ridotta invece la zucchina che occupava una porzione eccessiva del collo. Vengono eliminati gli spazi vuoti. Per esempio la pesca e la susina ruotano su se stesse, riposizionando le fessure per modellare in modo più efficace la guancia e la narice. Il carciofo è raddrizzato con foglie nuove. Nel labbro superiore Arcimboldo gira le ciliegie, nel mento la pera è più grande e s’innesta senza picciolo. Nella nuca ci sono due ciliegie, una spiga e una melanzana in più, mentre cambia la forma dell’uva. Nella fronte compare un intreccio di paglia a formare i capelli. Evidente la differenza confrontando anche l'ultimo esemplare del Louvre. Gli esemplari di Vienna e del Louvre risultano essere firmati e datati.
AUTUNNO
La versione del Louvre è l'unica ad essere rimasta ben conservata delle tre teste dell'Autunno. Sulla botte disfatta, uno dei due rami di ulivo è stato sostituito da un frutto. Sulla sommità della testa, l’uva e le foglie hanno cambiato posizione e la chiocciola è stata rimpicciolita. Il sopracciglio e il gambo della zucca hanno un movimento più sinuoso e su quest’ultimo i rametti delle mandorle hanno una forma diversa. Anche la castagna-bocca sembra di forma differente. I frutti lasciano intendere la fertilità dell'Autunno.
ELEMENTI – STAGIONI ED ELEMENTI
ELEMENTI – STAGIONI ED ELEMENTI
Gli elementi furono probabilmente creati come pendant delle Stagioni.
Le Stagioni sono costituite dagli Elementi a esse corrispondenti. Alla primavera calda e umida corrisponde l’aria; all’estate calda e secca corrisponde il fuoco; all’autunno freddo e secco corrisponde la terra, all'inverno freddo e umido corrisponde l’acqua.
Le teste non si limitano ad esprimere le conoscenze naturalistiche. Vi è un carattere celebrativo e allegorico. Stagioni ed Elementi sono un omaggio all'imperatore: i profili sarebbero ritratti dell'imperatore che celebrano il suo dominio sulle stagioni e sugli elementi (macrocosmo) e sul microcosmo che a essi è subordinato (fiori, oggetti, ecc). Un microcosmo che può essere anche molto lontano. Es. la melanzana e certi tipi di ortaggi venuti dall'America. Prendono forma umana per significare il dominio benevolo della casa d'Austria sull'universo e sul tempo nella persona del sovrano.
VERTUNNO
Le Stagioni sono costituite dagli Elementi a esse corrispondenti. Alla primavera calda e umida corrisponde l’aria; all’estate calda e secca corrisponde il fuoco; all’autunno freddo e secco corrisponde la terra, all'inverno freddo e umido corrisponde l’acqua.
Le teste non si limitano ad esprimere le conoscenze naturalistiche. Vi è un carattere celebrativo e allegorico. Stagioni ed Elementi sono un omaggio all'imperatore: i profili sarebbero ritratti dell'imperatore che celebrano il suo dominio sulle stagioni e sugli elementi (macrocosmo) e sul microcosmo che a essi è subordinato (fiori, oggetti, ecc). Un microcosmo che può essere anche molto lontano. Es. la melanzana e certi tipi di ortaggi venuti dall'America. Prendono forma umana per significare il dominio benevolo della casa d'Austria sull'universo e sul tempo nella persona del sovrano.
VERTUNNO
Dietro al faccione di verdura e frutta si nascondeva lo stesso ritratto di Rodolfo II. Il Comanini scrisse per l'opera un lungo poema nel quale evidenziava tutti i significati simbolici e allegorici in modo tale che Rodolfo II potesse ammirare il dipinto e nel mentre leggere tutti i riferimenti. Il viso in effetti era quasi una caricatura ridicola. Il sovrano doveva riconoscere nell'opera il suo stesso volto. Il dio Vertunno è considerato nella mitologia un dio mutevole perché rappresenta il variare delle stagioni e degli elementi: il seme si trasforma in albero, le gemme dell’albero in fiore e il fiore in frutto. Ovviamente il Comanini non tralascia di cogliere questo aspetto metamorfico del dio antico per applicarlo a Rodolfo II. Descrive come Giove (Dio) abbia distinto tutti gli elementi per creare il mondo. Molti dei versi che il Comanini ha inserito nel poemetto sono dedicati all’autopresentazione dello stesso Vertunno come figura imperiale: io, dice lo stesso Vertunno in tali versi, accolgo in me le varie forme dei frutti delle quattro stagioni dell’anno, come Rodolfo imperatore esprime con la sua persona la varietà e la saggezza delle quattro età dell’uomo. È evidente che il rigoglio, la floridezza e l’abbondanza delle stagioni dell’anno che il Vertunno raccoglie in sé alludono alla prosperità dell’età dell’oro che ritorna con il regno governato da Rodolfo II. Si può supporre che l’Arcimboldo, nello scegliere il tema dei suoi quadri da inviare al sovrano, si sia consultato con gli amici letterati e il fatto che egli dovette consultare qualche testo sulla mitologia allora disponibile.
TESTE REVERSIBILI
Le teste reversibili di Arcimboldo sono opere che accentuano il legame con il genere della natura morta. Lomazzo nel Trattato scrisse: “ancora si possono fare medesimamente le figure perfette da vedere, che poi rivoltato quelle di sotto, di sopra, ci appaiono auanti à gli occhi altre figure, molto sconformi, dalle prime già vedute; & molte altre simili bizarrie, si posson fare […]” Solo rivoltando il dipinto sottosopra, si scopre un’immagine diversa da quella originaria. Ed è a questo punto che nasce il riso, il divertimento, la consapevolezza del piacevole inganno, l’apprezzamento della bizzarria, dell'invenzione e del capriccio naturalistico. L’osservatore ha il piacere di comprendere la logica del trucco, del riconoscimento di ogni singolo oggetto che è reso con abilità (la pera diventa un naso, un ortaggio la barba, un grappolo d’uva riecheggia i capelli arricciati, un fiore forma il mento ecc.). Si ha poi l'impossibilità percettiva di vedere contemporaneamente entrambe le figure.
Lettura Consigliata:
Arcimboldo - Artista milanese tra Leonardo e Caravaggio
A cura di Sylvia Ferino-Pagden
Skira
2011 - 391 pag
Arcimboldo 1527-1593 Pittore illusionista del manierismo
Werner Kriegeskorte
Taschen
2005 - 80 pag
Leggi questo libro per sapere chi ha realizzato le famose teste e perché!
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