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sabato 6 giugno 2020

San Gerardo dei Tintori


SAN GERARDO DEI TINTORI

" Aveva tanta compassione, carità ed umiltà che si recava ovunque in Monza sapesse si trovassero dei poveri infermi e da solo sulle sue braccia e talora con l'aiuto di un compagno li trasportava al suo ospedale e li poneva su letti lindi. Detergeva di sua mano i lebbrosi, accoglieva tutti i malati che ospitava col bacio della pace, personalmente forniva loro in qualsiasi momento quelle cose che eran dovute, e prestava loro il servizio richiesto da ogni necessità con grande pazienza; non negava mai l'elemosina ai bisognosi che la chiedevano. E nel tempo in cui la carestia affliggeva gravemente la Lombardia, l'uomo di Dio dispensò tutto il suo ai poveri pazienti dell'ospedale..."
Chronicon Modoetiense - Bonincontro Morigia

Gerardo dei Tintori nacque nel corso del XII secolo (presumibilmente nel 1134) da una famiglia artigiana. Nel Chronicon Modoetiense, Bonincontro Morigia riporta la sua decisione di donare i propri beni per la fondazione di un ospedale, situato presso il corso del fiume Lambro, in Monza. La prima attestazione dell'istituzione da lui fondata risale al febbraio 1174.
 
ritratto san gerardo dei tintori monza
San Gerardo - Bernardino Luini (1521/23) Duomo di Monza
 
L'ospedale dipendeva formalmente dall'autorità ecclesiastica, ma di fatto manteneva una sostanziale autonomia; il Comune invece ne manteneva la tutela giuridica. Gerardo rimase ministro dell'ospedale fino al 6 giugno 1207, data della sua morte. Fu sepolto senza particolari cerimonie presso la piccola chiesa di Sant'Ambrogio; chiesa che precedette l'attuale San Gerardo al Corpo.
Il corpo di Gerardo fu riesumato nello stesso anno 1207 per iniziativa della popolazione di Olgiate Comasco, colpita da pestilenza. Si vuole che gli olgiatesi chiesero aiuto ad un eremita sul da farsi per sconfiggere il male e fu loro consigliato un pellegrinaggio a Monza dov'era appena morto un sant'uomo, da cui avrebbero certamente ottenuto la grazia della liberazione della calamità. Le spoglie furono collocate in un'urna di serizzo nella chiesetta. Ottenuta la guarigione, gli olgiatesi fecero voto di ripetere ogni anno il pellegrinaggio. Grazie a ciò, la devozione nei confronti di Gerardo contagiò diversi paesi attraversati dal pellegrinaggio e pure la vicina Svizzera.
Con il tempo la devozione nei confronti di Gerardo si era così tanto radicata, che nel 1582 l'arcivescovo di Milano Carlo Borromeo chiese l'apertura di un processo informativo per la sua canonizzazione.
Nel 1740 il sarcofago fu sostituito da un'urna di cristallo con decorazioni d'argento, dentro la quale lo scheletro di Gerardo è ancora custodito. L'urna è collocata nella cappella al fondo del transetto destro e in passato costituiva l'abside dell'antica chiesa, mantenuta dai costruttori della nuova (dal 1836) poiché rappresentava il fulcro attorno al quale si era sviluppato il culto del compatrono della città. 
Dalla Messa celebrata in ricordo della morte del sant'uomo alla sua invocazione come Santo, pur senza una canonizzazione ufficiale, il passo fu abbastanza breve. L'istanza ufficiale arrivò solo nel 1901.
Già nel 1740, ricorrendo il sesto centenario dalla nascita di Gerardo, con il consenso dell'autorità religiosa e della magnifica Comunità, si diede via a una traslazione del Santo attraverso le strade cittadine. E ancora nel 1840, nel bel mezzo di una crisi cittadina dovuta a penuria di viveri per siccità. E ancora nel 1901, in coincidenza con la chiusura del secolo e con l'inaugurazione del nuovo. E infine nel 1946, non essendo stato possibile a causa degli eventi bellici collocare nel 1940 la manifestazione della ricorrenza centenaria della morte, l'urna giunse pellegrina proprio ad Olgiate. 
Sempre in tale anno si ottenne la possibilità di restituire all'ospedale cittadino, oramai intitolato ad Umberto I, il nome del fondatore Gerardo - che tutt'ora si mantiene.

Grazie sempre al Chronicon Modoetiense di Bonincontro Morigia, si può conoscere la maggior parte degli episodi della vita e dei miracoli di Gerardo; e che furono riportati a seguito in diverse opere d'arte ancor oggi collocate in città.

resti san gerardo dei tintori monza

1) Il Santo è rappresentato nell'esercizio della sua missione, al capezzale di due malati, con una scodella e un cucchiaio, nel gesto di imboccarli.
2) Uno degli eventi miracolosi maggiormente conosciuto è quello dell'attraversamento del Lambro in piena, sul mantello che steso sull'acqua lo sorregge. Rotto il ponte del Lambro dalla corrente, in questo modo vieta l'entrata all'acqua nell'ospedale.
3) Un altro miracolo, accompagnato da tradizione, vuole che Gerardo desideroso di passare tutta la notte in Duomo in preghiera, promettesse ai custodi del tempio che calate le ombre dovevano chiudere, dei cesti di ciliegie in tempo d'inverno. E' per questo che uno dei suoi attributi iconografici è un ramo di ciliegie.
4) Si vuole che durante una carestia, sorretto dalla fede e dalla preghiera, Gerardo riempie il granaio, di grano e di vino, dell'ospedale.
5) Durante un evento bellico nel Trecento, alcuni sodati salirono sul tetto della chiesa di Porta S. Gerardo per demolirlo e procurarsi legna da ardere. Di fronte alla resistenza della popolazione, uno di loro, bestemmiando, si prese scherno del Santo: immediatamente tutti caddero dal tetto, il bestemmiatore "subito mortur" e la chiesa fu salva.
6) Nazaro da Sesto, cadendo da un carro e schiacciato nella gola da una ruota e che si credeva morto, fu liberato dal Santo.
7) Caterina de Lampugnano, sterile per nove anni con suo marito, fece nell'ultimo anno voto e partorì un figlio.

Ancora oggi la devozione nei confronti di San Gerardo continua ad essere viva e praticata.

statua san gerardo nel lambro

Lettura Consigliata:
Gerardo dei Tintori - cittadino e patrono di Monza
A cura di Giuseppe Fassina - AA. VV.
Società di Studi Monzesi - 1992 - 178 pag

Leggi questo libro se vuoi conoscere la storia di San Gerardo dei Tintori e la sua devozione!
 
 
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