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martedì 27 ottobre 2020

Sulla coltivazione dei Tartufi nel giardino di Desio (ora Villa Tittoni)

SULLA COLTIVAZIONE DEI TARTUFI NEL GIARDINO DI DESIO

 Lettera dell'Abate Carlo Amoretti 

grosso tartufo nero
 
 
Lettera dell'Ab. Carlo Amoretti al P.M. Guglielmo della Valle M.C.
Sulla coltivazione dei Tartufi, e delle Spugnole.


Pregiatissimo Amico
Milano 25 novembre 1786.

Eccovi in iscritto, anzi in istampa, quanto v'accennai viaggio facendo da Pavia a Milano sulla vegetazione de' tartufi, e delle spugnole, da me osservata, la prima nel giardino di Desio, la seconda nel giardino di Milano del Sig. Marchese Ferdinando Cusani.

Il giardino di Desio è ampio piucché essere nol sogliono i giardini delle Ville Lombarde, ove il terreno, generalmente ubertoso con parsimonia si consacra al lusso. In quel giardino misto è l'utile al dilettevole. Nelle vigne, negli orti, ne' broli vedesi sempre congiunta all'ubertà, alla sceltezza delle piante, alla squisitezza del prodotto la più bella eleganza. Ampie e maestose serre ove costringono gli erbaggi i frutti e i fiori a mostrare nel più fitto inverno tutta la pompa della primavera; ove serbano nelle vaste limoniere il tepore della spiaggia ligustica; e ove agli ananassi, alle muse, al caffè ec. offron un clima quale i progenitori loro il provano fra i tropici; mentre a loro dinanzi simmetricamente distribuite sorgono in aria aperta parecchie delle più belle piante dell'America settentrionale. Un bel ruscello a cui i colli Comaschi somministrano acqua perenne, mentre attraversa il giardino, e ampie vasche vi forma, vi mantiene in ogni parte l'umidità necessaria, la quale altrimenti non avrebbesi in un paese, che dai due piedi di profondità fino ai 150 non presenta che arida ghiaja. 
libro antico scienze milano
 
In tutto ciò ognun ravvisa l'oggetto d'utilità non disgiunto dalla campestre delizia; ma i viali fiancheggiati da tigli, i boschetti di castagni e di roveri, e le alte ed ampie siepi di carpino che ora strade formano, or piazze, or labirinti, or tempj, or grotte, sono eglino un fondo senza prodotto?
Tali verranno da voi riputati; e infatti chi architettò il giardino, non destinolli, che a frenare l'occhio con monotona simmetria, o tutto al più ad estivo passeggio. Eppur qui per l'appunto quasi a fior di terra stanno, crescono, si moltiplicano i tartufi in copia tale, che voi ne stupireste, comunque avvezzo ai colli del Monferrato.

Ecco come si scoprì questo prodotto. Mentre l'anno scorso preparavasi il giardino per l'autunnale villeggiatura che splendida esser suole, e numerosa si d'ospiti, che d'amici convitati per la vicinanza alla città, un contadino, che sgombrava dalle erbe un viale con ferro tagliente, recise un tartufo che stava presso la superficie. Tale gli parve alla vista, e all'odore; ma dubitandone tuttavia per la novità della cosa, ad Antonio Villoresi mostrollo abilissimo e colto giardiniere, che ben tosto lo riconobbe, e diedesi a cercarne degli altri, che pur trovovvi.

Si procurò quindi un cane da tartufi, che non si ebbe se non da Agliate villaggio presso i colli, poiché al piano niuno mai pensò a cercare tartufi, ove niuno mai prima di quel dì trovati ne avea; e in presenza de' padroni, e degli ospiti ne' boschetti e appiè de' carpini molte libbre sen raccolsero per la maggior parte neri ma alcuni pur se ne scavarono e bianchicci, e di color di carne col sapor d'aglio, quali venir ci sogliono dalle vostre colline.

Io non era allora in Desio, perché scorreva le coste della Liguria occidentale, ma seppi, e'l verificai poscia con moltiplici osservazioni oculari, che i tartufi generalmente ivi trovansi sulle sponde e sugli orli de' carpini e de' boschetti. Ve n'ha pur talora qualcheduno in mezzo al bosco, principalmente nel castagneto, le cui piante a comodo passeggio non hanno che i più alti rami, onde ha libero corso l'aria, sebbene libero non così sia l'ingresso ai raggi del sole estivo; ma non sen trovano mai nel mezzo delle folte e larghe siepi di carpino. Da ciò appare che un qualche raggio di sole e una certa ventilazione amino queste piante; che pur piante le chiameremo co' botanici, malgrado la loro esterna ed interna conformazione, per cui dal comun delle piante cotanto differiscono.

Il mentovato Giardiniere ha sì ben fatto l'occhio a questo prodotto, che anche senza cane al piccolo rialzamento della terra che fa crescendo ei conosce il tartufo; ma non conviene il così coglierlo, perché l'occhio non può giudicare della maturanza come ne giudica l'odorato del cane, che i soli tartufi maturi e saporiti sente, e scava.

La grossezza di questi tartufi è varia, e sen sono raccolti parecchi di due pollici di diametro. Per lo più son solitarj, ma non di rado trovansi a gruppi o a nidiate come dir suole il giardinier fiorentino, di otto o dieci assai vicini; in guisa però che l'uno l'altro non tocca. Colgonsi in ogni stagione, ma la più opportuna pare l'autunno.

La scoperta de' tartufi nel giardino ha mossi alcuni a ricercarne ne' vicini boschetti sì di castagni, che di roveri, ma ogni ricerca, anche coll'ajuto di valente cane, è stata vana.

Come dunque nacquero e propagaronsi i tartufi nel giardino di Desio? Se vero è quanto asseriscono i Fisici che questa pianta studiarono […], essa maturando manda i suoi semi alla superficie, daddove spargonsi (e in ciò concorrono probabilmente gl'insetti), e i tartufini producono, alimentati a principio colla sostanza della madre a misura che imputridisce. Or nulla è più probabile, anzi nulla è più certo che lo spargimento di questi semi nel giardino di Desio. Certo è che molti tartufi d'ogni specie colà portansi in occasione delle villeggiature estive ed autunnali; che tra questi alcuni v'arrivan già vicini a imputridire, e anche putridi in parte, che è quanto dire soverchiamente maturi; che a tutti i tartufi levasi la corteccia in cui la semenza suol risiedere; e che queste spazzature di cucina gettate nel concime vanno generalmente ad ingrassare il giardino.

Ma è probabil, mi direte, che di questo concime parte ne vada anche fuor di giardino, ove pur un tartufo non trovasi. Sì; ma non basta seminare i tartufi per poi raccoglierli. Bisogna che il seme cada in luogo adattato, convenientemente umido, alquanto ma non del tutto ombreggiato, in terreno ottimo, e che mai non sia smosso; il che di rado o non mai avviene al terreno concimato delle campagne. Non credo necessario eseguir tutti i precetti che altri […] ci ha dati sulla coltivazione de' tartufi, cioè di crivellar la terra d'un fondo ombreggiato per l'altezza d'otto once, di deporre i tartufi vicini a coromperli alla profondità di cinque once distanti 18 uno dall'altro, e di ricoprirli poi con una specie di fango sino a livello del terreno. Tanta cura mi sembra soverchia, e forse nuoce il deporli sì profondamente; ma giova certamente che concorrano circostanze analoghe alle osservate nel giardino di Desio.

Io v'ho narrato il fatto. Se voi credete quindi qualche cosa inferirne per la coltivazione artificiale de' tartufi, fatel pure; e io vi faprò buon grado se mi darete poi il ragguaglio de' vostri sperimenti, e dell'esito che avranno.


fungo spugnola Vengo ora alla coltivazione delle spugnole, e sarò breve. Prima che il Villoresi cogliesse nel giardino di Desio i tartufi, Genesio Sala suo esperto allievo, e attualmente giardiniere al servizio dello stesso Padrone in Milano, veggendo fra i rifiuti della cucina in primavera molti pedali di spugnole, che attaccate aveano le radicette, pensò a metterne alcune sotterra in un angolo del giardino destinato a servir di passeggio, e perciò coperto di sottil ghiaja. Alla primavera seguente vide spuntarne molte spugnole, e spuntar solamente in quel luogo ove messi aveva i pedali. Nel luogo stesso le lasciò perire senza coglierle; e nella scorsa primavera rinate le vide in maggior copia, e anche un po' distante dal luogo della prima seminagione, ond'inferir si dee, che un seme avean fatto, il qual pel vento o per altra cagione era andato a cader lontano dalla spugnola madre. Il fatto è certo; ed io con altri molti ne fui testimonio.

Pur questa coltivazione tenterete, io spero; e son sicuro che non la tenterete invano, Addio. 

 
Lettura consigliata:
Opuscoli Scelti sulle Scienze e sulle Arti - Tomo IX
AA.VV
Stampato in Milano presso Giuseppe Marelli
1786 - 500 pag
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