IL NATALE
Origini incerte – Le
tre messe – La festa dei Pazzi e dell'Asino – Inni Grotteschi –
La veglia, il ceppo e l'albero.
La Domenica del Corriere
25 dicembre 1904
La festa del Natale è
fra le più antiche feste del cristianesimo, giacchè per trovarne
l'origine bisogna risalire proprio ai primissimi tempi della Chiesa
cristiana; il vescovo Telesforo, che successe a papa Sisto I verso la
fine dell'anno 128, e che subì il martirio nel 139, l'avrebbe, a
quanto si crede, istituita. Ma, a quei tempi, era una festa mobile,
che si celebrava ora al maggio ed ora al gennaio. Fu verso la metà
del secolo IV che papa Giulio I, in seguito alla preghiera
fattagliene da Cirillo, vescovo di Gerusalemme, invitò i dottori
d'Oriente e d'Occidente a stabilire il giorno della nascita di
Cristo, e questi s'accordarono nel fissare il 25 dicembre, giorno che
per altro non è accettato da tutti i Padri della Chiesa e intorno al
quale nulla si rileva dagli Evangeli.
Come è noto, nel giorno
di Natale è fatto obbligo ai cattolici di udir tre messe: quella
della mezzanotte, quella dell'alba e quella del giorno. L'uso ne
venne da Roma, dove si dicevano a causa delle tre stazioni indicate
dai papi pel servizio divino: la prima a Santa Maria Magggiore, per
la notte, la seconda a S. Atanasio, per l'aurora, e la terza a San
Pietro, pel giorno.
Quattro settimane avanti
Natale cominciava l'Avvento, vale a dire il tempo consacrato dalla
Chiesa per prepararsi a celebrare degnamente la maggiore festa
dell'anno. La durata dell'Avvento variò assai. Al tempo di
Carlomagno l'anno cominciava il giorno di Natale, e l'Avvento durava
quaranta giorni, e siccome principiava a San Martino, e si digiunava
per tutta la sua durata, si dava a questo periodo la denominazione di
Quaresima di San Martino.
Per tutto il Medio Evo
durò l'abitudine delle rappresentazioni religiose di Natale, che
però in breve degenerarono in volgarissime buffonate. Tali le feste
dei Pazzi e dell'Asino, forse riproduzioni dei saturnali che già si
celebravano in quest'epoca dell'anno in Roma pagana. La festa dei
Pazzi era soprattutto in onore in Francia, dove aveva luogo in quasi
tutte le diocesi. Nella chiesa di Nostra Donna di Parigi si celebrava
prima la festa dei Sotto-Diaconi, i quali si facevano un dovere di
prepararvisi ubbriacandosi, ciò che serviva come di preludio alla
festa dei Pazzi, la di cui celebrazione cominciava il 1° gennaio e
continuava sino all'Epifania. Nella prima si procedeva fra i diaconi
e i sotto-diaconi della cattedrale alla scelta d'un vescovo dei
Pazzi; lo si benediceva, e la cerimonia consisteva in atti e parole
ridicole e triviali; poi il clero si dirigeva processionalmente alla
chiesa recando al nuovo eletto la mitra e la croce. Il nuovo vescovo,
preso possesso della cattedra vescovile, dava con finta gravità la
benedizione agli astanti con una formula buffonesca che la
trasformava in una vera e propria maledizione.
La seconda festa offriva
uno spettacolo anche peggiore. La grande messa che vi si celebrava
era non solamente una farsa, ma un vero scandalo. I chierici
vestivano da buffoni o da donna, e portavano orribili maschere
barbute. Essi commettevano le più straordinarie stravaganze in mezzo
al coro, giuocavano ai dadi sull'altare, mangiavano salsiccie,
facevano bruciare nei turiboli delle vecchie suole di scarpe. Alla
messa succedeva una vera orgia, una specie di ballo che finiva sempre
col dar luogo a scene di sangue. Quando uscivano dalla chiesa
andavano intorno lanciando immondizie ai passanti, o su improvvisate
scene rappresentavano delle farse oscene.
La festa dell'Asino, meno
licenziosa delle precedenti, si rappresentava d'ordinario il 26
dicembre. Un asino riccamente bardato vi aveva la parte principale,
come quello che era montato da Balaam. Balaam era circondato dai
profeti, da Mosè, da Aronne e da un'infinità d'altri personaggi
biblici, cui si univa una sibilla.
A Beauvais l'asino e il
suo corteo entravano processionalmente nella chiesa, dove si cantava
una parodia della messa – la messa dell'asino, – nella quale, in
luogo delle risposte e degli amen,
erano dei sonori ragli.
La
venuta dell'asino era celebrata con un inno latino che cominciava
così:
Orientis
partibus
Adventavit
asinus,
Pulcher
et fortissimus
Sarcinis
aptissimus...Ad
ogni strofa latina il popolo rispondeva cantando il seguente
ritornello:
Eh!
sire âne,
mais chantez
Belle
bouche rechignez:
Vous
aurez du foin assez,
Et
de l'avoine à planté.
Naturalmente
l'autorità ecclesiastica finì col sopprimere queste strane e pazze
feste.
Anche
l'uso della veglia di Natale, celebrata con feste e banchetti,
cominciò nel Medio Evo, insieme con l'uso del ceppo, sul quale i
bimbi versavano del vino dicendo: – In nome del Padre! –
Più
antico forse è l'uso dell'albero di Natale, presso che caduto in
Italia, ma ancora comunissimo altrove, e specialmente in Germania,
dove l'albero, per lo più un alberello di pino, adorno di fiori, di
nastri, di lumi, offre ai bimbi giuocattoli e dolci, agli adulti doni
d'ogni fatta.
Sergio
Bruno
Ringrazio
l'amico collezionista Mirko Valtorta, per avermi concesso la lettura
cartacea di questo settimanale.
La Domenica del Corriere
è stato un popolare settimanale italiano fondato a Milano nel 1899 e
chiuso nel 1989. Fortemente voluto da Luigi Albertini, allora direttore
amministrativo del Corriere della Sera,apparve per la prima volta nelle
edicole l'8 gennaio 1899 come supplemento illustrato del Corriere della
Sera. Stampata in grande formato, aveva 12 pagine e veniva distribuita
gratis agli abbonati del Corriere, oppure si poteva acquistare in
edicola per 10 centesimi. Non fu concepito come periodico di
informazione, per non risultare un doppione del quotidiano. Venne
pensato come «settimanale degli italiani». Doveva scandire, come un
calendario, le loro giornate liete, le loro tragedie, i loro fatti
piccoli e grandi. La prima e ultima di copertina erano sempre disegnate.
Il Corriere si avvaleva di un giovane disegnatore, Achille Beltrame,
allora sconosciuto, a cui veniva affidato in ogni numero il compito di
rendere con la sua tavola il fatto più interessante della settimana.
Dopo la sua morte nel 1945, fu sostituito da Walter Molino che, come il
suo predecessore, firmò memorabili copertine.
Lettura consigliata
La Domenica del Corriere - 25 giugno 1904
Consigliato sul web
Persone che ti consigliano libri; libri che ti consigliano persone.
Condividere è l'arte dell'utile e del ringraziare, puoi usare i bottoni sotto.
Nessun commento:
Posta un commento