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mercoledì 9 dicembre 2020

Il Natale

IL NATALE

Origini incerte – Le tre messe – La festa dei Pazzi e dell'Asino – Inni Grotteschi – La veglia, il ceppo e l'albero.

 La Domenica del Corriere

  25 dicembre 1904
 
stampa antica festa natale
 
 
La festa del Natale è fra le più antiche feste del cristianesimo, giacchè per trovarne l'origine bisogna risalire proprio ai primissimi tempi della Chiesa cristiana; il vescovo Telesforo, che successe a papa Sisto I verso la fine dell'anno 128, e che subì il martirio nel 139, l'avrebbe, a quanto si crede, istituita. Ma, a quei tempi, era una festa mobile, che si celebrava ora al maggio ed ora al gennaio. Fu verso la metà del secolo IV che papa Giulio I, in seguito alla preghiera fattagliene da Cirillo, vescovo di Gerusalemme, invitò i dottori d'Oriente e d'Occidente a stabilire il giorno della nascita di Cristo, e questi s'accordarono nel fissare il 25 dicembre, giorno che per altro non è accettato da tutti i Padri della Chiesa e intorno al quale nulla si rileva dagli Evangeli.
Come è noto, nel giorno di Natale è fatto obbligo ai cattolici di udir tre messe: quella della mezzanotte, quella dell'alba e quella del giorno. L'uso ne venne da Roma, dove si dicevano a causa delle tre stazioni indicate dai papi pel servizio divino: la prima a Santa Maria Magggiore, per la notte, la seconda a S. Atanasio, per l'aurora, e la terza a San Pietro, pel giorno.
Quattro settimane avanti Natale cominciava l'Avvento, vale a dire il tempo consacrato dalla Chiesa per prepararsi a celebrare degnamente la maggiore festa dell'anno. La durata dell'Avvento variò assai. Al tempo di Carlomagno l'anno cominciava il giorno di Natale, e l'Avvento durava quaranta giorni, e siccome principiava a San Martino, e si digiunava per tutta la sua durata, si dava a questo periodo la denominazione di Quaresima di San Martino.

Per tutto il Medio Evo durò l'abitudine delle rappresentazioni religiose di Natale, che però in breve degenerarono in volgarissime buffonate. Tali le feste dei Pazzi e dell'Asino, forse riproduzioni dei saturnali che già si celebravano in quest'epoca dell'anno in Roma pagana. La festa dei Pazzi era soprattutto in onore in Francia, dove aveva luogo in quasi tutte le diocesi. Nella chiesa di Nostra Donna di Parigi si celebrava prima la festa dei Sotto-Diaconi, i quali si facevano un dovere di prepararvisi ubbriacandosi, ciò che serviva come di preludio alla festa dei Pazzi, la di cui celebrazione cominciava il 1° gennaio e continuava sino all'Epifania. Nella prima si procedeva fra i diaconi e i sotto-diaconi della cattedrale alla scelta d'un vescovo dei Pazzi; lo si benediceva, e la cerimonia consisteva in atti e parole ridicole e triviali; poi il clero si dirigeva processionalmente alla chiesa recando al nuovo eletto la mitra e la croce. Il nuovo vescovo, preso possesso della cattedra vescovile, dava con finta gravità la benedizione agli astanti con una formula buffonesca che la trasformava in una vera e propria maledizione.

La seconda festa offriva uno spettacolo anche peggiore. La grande messa che vi si celebrava era non solamente una farsa, ma un vero scandalo. I chierici vestivano da buffoni o da donna, e portavano orribili maschere barbute. Essi commettevano le più straordinarie stravaganze in mezzo al coro, giuocavano ai dadi sull'altare, mangiavano salsiccie, facevano bruciare nei turiboli delle vecchie suole di scarpe. Alla messa succedeva una vera orgia, una specie di ballo che finiva sempre col dar luogo a scene di sangue. Quando uscivano dalla chiesa andavano intorno lanciando immondizie ai passanti, o su improvvisate scene rappresentavano delle farse oscene.
 
festa antica natale
 
La festa dell'Asino, meno licenziosa delle precedenti, si rappresentava d'ordinario il 26 dicembre. Un asino riccamente bardato vi aveva la parte principale, come quello che era montato da Balaam. Balaam era circondato dai profeti, da Mosè, da Aronne e da un'infinità d'altri personaggi biblici, cui si univa una sibilla.
A Beauvais l'asino e il suo corteo entravano processionalmente nella chiesa, dove si cantava una parodia della messa – la messa dell'asino, – nella quale, in luogo delle risposte e degli amen, erano dei sonori ragli.
La venuta dell'asino era celebrata con un inno latino che cominciava così:
Orientis partibus
Adventavit asinus,
Pulcher et fortissimus
Sarcinis aptissimus...Ad ogni strofa latina il popolo rispondeva cantando il seguente ritornello:
Eh! sire âne, mais chantez
Belle bouche rechignez:
Vous aurez du foin assez,
Et de l'avoine à planté. 
Naturalmente l'autorità ecclesiastica finì col sopprimere queste strane e pazze feste.

Anche l'uso della veglia di Natale, celebrata con feste e banchetti, cominciò nel Medio Evo, insieme con l'uso del ceppo, sul quale i bimbi versavano del vino dicendo: – In nome del Padre! –

Più antico forse è l'uso dell'albero di Natale, presso che caduto in Italia, ma ancora comunissimo altrove, e specialmente in Germania, dove l'albero, per lo più un alberello di pino, adorno di fiori, di nastri, di lumi, offre ai bimbi giuocattoli e dolci, agli adulti doni d'ogni fatta.
Sergio Bruno
 
 
Ringrazio l'amico collezionista Mirko Valtorta, per avermi concesso la lettura cartacea di questo settimanale.

La Domenica del Corriere è stato un popolare settimanale italiano fondato a Milano nel 1899 e chiuso nel 1989. Fortemente voluto da Luigi Albertini, allora direttore amministrativo del Corriere della Sera,apparve per la prima volta nelle edicole l'8 gennaio 1899 come supplemento illustrato del Corriere della Sera. Stampata in grande formato, aveva 12 pagine e veniva distribuita gratis agli abbonati del Corriere, oppure si poteva acquistare in edicola per 10 centesimi. Non fu concepito come periodico di informazione, per non risultare un doppione del quotidiano. Venne pensato come «settimanale degli italiani». Doveva scandire, come un calendario, le loro giornate liete, le loro tragedie, i loro fatti piccoli e grandi. La prima e ultima di copertina erano sempre disegnate. Il Corriere si avvaleva di un giovane disegnatore, Achille Beltrame, allora sconosciuto, a cui veniva affidato in ogni numero il compito di rendere con la sua tavola il fatto più interessante della settimana. Dopo la sua morte nel 1945, fu sostituito da Walter Molino che, come il suo predecessore, firmò memorabili copertine. 

Lettura consigliata
La Domenica del Corriere - 25 giugno 1904

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